170 firme raccolte durante la fiaccolata del 19 marzo per chiedere lo stop alla repressione in Tibet, il rilascio dei prigionieri politici, la ricerca di una soluzione pacifica e durevole nel rispetto dei diritti e della cultura del popolo tibetano. Le sottoscrizioni sono state consegnate dal sindacato ai Capitani Reggenti che – riferisce una nota della Csu – hanno manifestato un forte interesse per i contenuti della petizione, impegnandosi a farsi portavoce presso il Governo. Nella prossima riunione del Congresso di Stato – l’ultima coordinata dagli attuali Capitani Reggenti – la questione tibetana sarà, dunque, verosimilmente, oggetto di analisi e confronto. Il 21 marzo scorso il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Fiorenzo Stolfi, aveva già inviato una nota a tutte le rappresentanze diplomatiche della Repubblica, per invitare gli ambasciatori di San Marino a farsi portavoce presso i Governi nei quali sono accreditati, per favorire ogni azione multilaterale che possa far prevalere il dialogo. La decisione di Stolfi, a seguito dell’approvazione unanime, da parte della Commissione Consiliare Permanente Affari Esteri, di un Ordine del Giorno. Ma tutto questo non è ritenuto sufficiente da Alessandro Corbelli, presidente del Partito democratico sammarinese, arrivato al terzo giorno di sciopero della fame. Lo stesso Corbelli ci ha riferito che le sue condizioni di salute sono precarie, ma non intende recarsi in ospedale, nonostante le insistenze della moglie. Per Corbelli le iniziative politico-diplomatiche sammarinesi pro Tibet dovrebbero avere l’imprimatur esplicito del Congresso di Stato e San Marino dovrebbe boicottare le olimpiadi di Pechino. Grande partecipazione intanto a Rimini, alla vecchia pescheria, per la manifestazione a sostegno del popolo Tibetano. Sono intervenuti esponenti del mondo politico, dell’economia e del volontariato. Presente anche il vescovo di San Marino-Montefeltro monsignor Luigi Negri.
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