Tre fronti, della crisi: economica, sanitaria, nei riflessi sulle famiglie. Da Vladimiro Selva le proposte per sopperire alla crisi di liquidità sollecitando i consumi interni: la Smac come strumento versandovi parte dello stipendio – il 30% la proposta – per le spese quotidiane. La richiesta poi di ripartire i sacrifici, guardando a quei settori che - dice – non sono stati colpiti dalla crisi: “Il governo non ha toccato le rendite – dice – e propone una tassazione speciale straordinaria sui canoni d'affitto, attraverso un registro di locatori solidali: dimezzare l'affitto a chi abbia avuto perdite, portando in detrazione fiscale il mancato incasso.
Interventi per la famiglia, con Marica Montemaggi che nel richiamare l'esigenza di riequilibrio fra gestione del lavoro e dei figli chiede di semplificare e incentivare il telelavoro, di aumentare il monte ore dei congedi parentali previsti dal decreto 63; sburocratizzare le procedure per le richieste di assistenza – per esempio di baby sitter - detraendo le spese.
Guarda all'aspetto sanitario in "chiave fase2" Giuseppe Morganti, partendo dai posti di lavoro e denunciando circolari in contrapposizione. Chiede ferme norme di sicurezza e tutela, annunciando un emendamento che preveda modalità di ingresso in comunità: distanziamento, uso DPI, controllo temperatura, nonché in generale, processi di potenziamento dell'analisi epidemiologica, guardando, in parallelo, all'assistenza ai positivi, attrezzando luoghi e residenze speciali.
Per Guerrino Zanotti, crisi economica e sanitaria sono una figlia dell'altra per un virus che – dice – non è democratico a livello economico: “le nostre proposte – sinora inascoltate – dice – richiamando l'ICEE come strumento utile ad individuare situazione di bisogno per accedere agli aiuti.
Matteo Ciacci guarda al decreto 63: “Il Governo ha preso tempo con slittamenti e deroghe, senza ragionare su aiuti diretti, invocando Smac e Icee per interventi di equità. Torna sul reperimento della liquidità per proporre – con un emendamento a riguardo – una “unità per la ripartenza”, perché le risorse che arriveranno siano gestite insieme, concertate visto che "ogni scelta di indebitamento ricadrà in futuro, su tutti".