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Debito estero: accordo tra Maggioranza e Libera mentre Rf si astiene

Il documento prevede scelte condivise per un piano paese. In aula anche il futuro delle Poste e Modifiche alle Unioni Civili

di Luca Salvatori
2 giu 2020
Debito estero: accordo tra Maggioranza e Libera mentre Rf si astiene

Accordo bipartisan, tra Maggioranza e Libera, sul ricorso al debito estero. Repubblica Futura si è astenuta pur offrendo collaborazione. Il documento prevede la definizione di un piano condiviso, da tutte le forze politiche e dalle parti sociali, per richiedere l'accesso al finanziamento estero, che dovrà essere sostenibile, e verrà impiegato, in particolare, in riforme, infrastrutture, sviluppo, ma senza destinarlo alla spesa corrente e preservando la millenaria indipendenza della Repubblica. Un finanziamento estero resosi ancora più necessario a causa dell'emergenza Covid, ma anche certificati di compensazione fiscale. Previsto un organismo tecnico di monitoraggio. Respinto invece l'odg Libera sui rifiuti che chiedeva, in estrema sintesi, l'estensione del 'porta a porta' in tutto il territorio, l'abbandono dei cassonetti stradali, l'adesione ai consorzi italiani di filiera per il recupero dei rifiuti differenziati.

La seduta, in mattinata, era cominciata con l'esame in prima lettura della legge di iniziativa popolare che chiede il ritorno del settore postale in seno alla Pubblica Amministrazione. Nella relazione introduttiva il Segretario di Stato Federico Pedini Amati ha anticipato che in maggioranza non si è ancora deciso se proseguire con Poste spa, oppure tornare indietro, ed ha delineato alcune ipotesi, a fronte delle perdite ( 564mila euro nel 2019, 788mila nel previsionale 2020) che l'ente continua ad avere: l'implementazione di servizi legati all'e-commerce o la lettura dei contatori che potrebbe portare 300mila euro all'anno. Nel dibattito i consiglieri di Rete hanno appoggiato il progetto presentato dal comitato formato da dipendenti di Poste spa, mentre dalle altre forze politiche si sono registrati interventi con sfumature diverse.

L'aula  ha anche esaminato il Progetto di Legge, presentato da “Libera”, per apportare modifiche alla Legge sulle Unioni Civili. “Si tratta di garantire l'effettività dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi lasciando inalterata la normativa in materia di adozioni” ha precisato il relatore Guerrino Zanotti. Pieno sostegno da parte di Rete con il Segretario agli Interni Elena Tonnini che ha  riferito i numeri dall'entrata in vigore della legge: 42 le unioni civili finora registrate, di cui 2/3 eterosessuali e 1/3 tra persone dello stesso sesso. Non sono mancate frizioni. Il consigliere di Rete Paolo Rondelli – in particolare - ha criticato alcune argomentazioni espresse da Pasquale Valentini del Pdcs. In aula sono riemerse, dunque, visioni diverse sulle Unioni Civili e sicuramente se ne riparlerà durante l'iter prima del successivo passaggio in aula.

In esame anche il Progetto di Legge, sempre presentato da Libera, per ridurre da 20 a 12 il numero minimo dei consiglieri per poter richiedere verifiche di legittimità al Collegio Garante. Coi numeri attuali l'opposizione non avrebbe accesso, infatti, a questa possibilità. Non tutti, ma diversi consiglieri di maggioranza, e anche il Segretario di Stato alla Giustizia Ugolini, hanno offerto disponibilità a ragionare sul tema, valutando però anche altre strade.


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