Le prime reazioni sono del mondo politico e di quello imprenditoriale. Da un lato c’è l’Ases, l’associazione del settore edile, che plaude all’iniziativa ricordando di averla sollecitata ma anche di aver riscontrato l’unanime consenso delle forze politiche. “E il riconoscimento di un diritto che vige in tutti gli Stati del mondo”, dichiara. “Se già era prevista nella legge obiettivo del 2008 – si chiedono gli operatori del settore – perché oggi si registrano polemiche e battaglie demagogiche?”.
Invitano le forze politiche ad abbassare i toni e a fare la propria parte, in un momento difficile per il Paese”. Anche il Partito Socialista Riformista ricorda i negoziati politici del 2008 e punta il dito su Alleanza Popolare accusandola di incoerenza. “Probabilmente – scrive in una nota – qualcuno soffre di memoria corta”. La scelta del Governo, per i socialisti riformisti, denota l’incapacità del Governo di mettere in campo un progetto economico serio e credibile. “In campagna elettorale – polemizzano – ci accusavano di voler trasformare San Marino nel Principato di Monaco mentre adesso affrontano le stesse questioni, dimostrando che il tempo a cambiare idea anche ai più intransigenti e rigorosi. E’ la dimostrazione – concludono - che si è chiusa una fase politica”
L’Unione per la Repubblica critica il mancato confronto: “Ci sarebbe piaciuto discuterne in Consiglio Grande e Generale, ma Governo e maggioranza hanno preferito il classico colpo di mano, dimostrando che sulla ricerca di una condivisione e sulla necessità di un fronte comune che affronti l'emergenza del Paese i comportamenti rimangono sempre di tutt’altro segno”. L’UPR ricorda che sulle residenze ha sempre invocato regole più rigorose e controlli adeguati, insieme ad oneri specifici per chi trasferisce in territorio la residenza e accede a servizi e benefici, ma non paga né imposte né contributi. “Di fronte a normative più stringenti – spiega l’UPR - si sarebbero potuti riconsiderare i requisiti per l’intestazione a stranieri residenti”. Critico con le dichiarazioni del coordinatore di Alleanza Popolare, l’UPR ricorda la posizione del 2008 e rilancia la proposta di un "Governo di Responsabilità' Nazionale".
Sergio Barducci
Invitano le forze politiche ad abbassare i toni e a fare la propria parte, in un momento difficile per il Paese”. Anche il Partito Socialista Riformista ricorda i negoziati politici del 2008 e punta il dito su Alleanza Popolare accusandola di incoerenza. “Probabilmente – scrive in una nota – qualcuno soffre di memoria corta”. La scelta del Governo, per i socialisti riformisti, denota l’incapacità del Governo di mettere in campo un progetto economico serio e credibile. “In campagna elettorale – polemizzano – ci accusavano di voler trasformare San Marino nel Principato di Monaco mentre adesso affrontano le stesse questioni, dimostrando che il tempo a cambiare idea anche ai più intransigenti e rigorosi. E’ la dimostrazione – concludono - che si è chiusa una fase politica”
L’Unione per la Repubblica critica il mancato confronto: “Ci sarebbe piaciuto discuterne in Consiglio Grande e Generale, ma Governo e maggioranza hanno preferito il classico colpo di mano, dimostrando che sulla ricerca di una condivisione e sulla necessità di un fronte comune che affronti l'emergenza del Paese i comportamenti rimangono sempre di tutt’altro segno”. L’UPR ricorda che sulle residenze ha sempre invocato regole più rigorose e controlli adeguati, insieme ad oneri specifici per chi trasferisce in territorio la residenza e accede a servizi e benefici, ma non paga né imposte né contributi. “Di fronte a normative più stringenti – spiega l’UPR - si sarebbero potuti riconsiderare i requisiti per l’intestazione a stranieri residenti”. Critico con le dichiarazioni del coordinatore di Alleanza Popolare, l’UPR ricorda la posizione del 2008 e rilancia la proposta di un "Governo di Responsabilità' Nazionale".
Sergio Barducci
Riproduzione riservata ©