“Non sono venuto qui per alzare i toni con l’Europa perché questa Europa è finita, sopravvivrà ancora pochi mesi”. Sono parole di fuoco quelle pronunciate oggi dal Vicepremier Di Maio, durante la visita al “Villaggio Coldiretti”. Una risposta decisa alla lettera inviata all'Italia – e firmata da Moscovici e Dombrovskis –, dopo il messaggio del Ministro Tria che accompagnava il DEF. Nella missiva – che ai più è suonata come una bocciatura - la Commissione UE esprime “seria preoccupazione” circa una supposta “deviazione significativa dal percorso raccomandato dal Consiglio”. La lettera ha un peso politico non indifferente, perché in un qualche modo rompe una prassi della Commissione: quella di non commentare i conti pubblici di un Paese prima della valutazione della bozza di bilancio. Così come irrituali – secondo alcuni analisti – sono parsi gli attacchi dei due Commissari, e di Juncker, in questi giorni; spesso a mercati aperti. Oggi l'ultimo affondo del Presidente della Commissione europea. “L'Italia – ha dichiarato - si trova in una situazione difficile”; spetta ai suoi politici “impostare misure che consentano di rimanere entro gli obiettivi di bilancio concordati”. “Ci aspettavamo – ha commentato Di Maio – che questa manovra non piacesse a Bruxelles; adesso inizia la fase di discussione con la Commissione, ma indietro non si torna". Durissima la replica di Salvini, alle parole di Juncker. “L'Europa dei banchieri, quella fondata sull'immigrazione di massa e sulla precarietà – ha commentato il vicepremier –. continua a minacciare e insultare gli italiani e il loro governo”. Ma “fra 6 mesi verranno licenziati da 500 milioni di elettori”.
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