“Siamo stanchi delle interpretazioni comode”: Demos, nel commentare la situazione politica, rilancia con forza l'appello alla responsabilità. Per Grazia Zafferani si è perso da tempo il rispetto istituzionale, “lo abbiamo provato sulla nostra pelle – dice – nel periodo del Covid”. Il riferimento va al "festino del primo aprile", nel pieno dell'emergenza pandemica, “quando – spiega – si cercò di sminuire un fatto gravissimo, nel momento in cui le persone erano state private della libertà”. Maggioranza e Governo vanno avanti – accusa Demos - in spregio a legge elettorale e volontà dei cittadini. “Per noi – commenta Zafferani – è un problema molto grave, perché si parla di interpretazione. Se la maggioranza voleva assumersi responsabilità nei confronti dei cittadini doveva andare alle elezioni”.
L'attenzione torna poi sul debito. Come uscirne? Domanda al centro della serata pubblica di lunedì, alla presenza di economisti e analisti politici. Ripagare i 23 milioni di interessi, cifra che verrà meno – dice Alessandro Rossi – per le politiche sociali: è questa, per il movimento, la grande priorità, “non i giochini elettorali”. Dopo la serata con Libera l'approfondimento entra più nel tecnico. I riflettori si accenderanno su diversi temi, dalle scelte alternative di sovranità monetaria all'accordo di Associazione. Si parlerà anche di come ottimizzare i costi della pa, interrogandosi – dice Rossi – su una terza via tra pubblico e privato. E verranno portati all'attenzione gli esempi di democrazia e libertà di Svizzera e Singapore.
Infine, una nota personale. Carlo Boffa annuncia l'archiviazione del procedimento penale aperto nei suoi confronti per calunnia. I fatti risalgono a quando era presidente di Salute Attiva, fortemente critica nei confronti delle politiche sanitarie adottate durante la pandemia e definite “liberticide”. L'associazione presentò un esposto in tribunale, chiedendo di indagare su alcune comunicazioni giudicate “contraddittorie e incerte”. “Esposto che si è poi chiuso – ricorda Boffa – con l'apertura di un procedimento penale nei miei confronti per calunnia”. Ora l'archiviazione. “Il giudice ha riconosciuto due principi fondamentali: che non ho calunniato nessuno e che, in qualità di presidente di Salute Attiva, avevamo tutto i diritto di ricorrere a quello strumento legale e giudiziario per contrastare quelle che sono state le politiche anche abbastanza rigide nel periodo Covid rispetto alle libertà individuali”.