Il Des continua a scaldare gli animi. Le opposizioni, pronte a dar battaglia domani in Commissione, e impazienti di capire – dicono - se alcuni esponenti di maggioranza si manterranno coerenti con le posizioni contrarie già espresse. Intanto il Consiglio Direttivo di Rete delibera di non dare il proprio appoggio al progetto: la ritengono “un’opportunità di sviluppo che ha ancora troppi rischi per il paese”. Nonostante le evidenti migliorie apportate – specifica la nota - “permangono diverse criticità legate ad esempio alla poca chiarezza sull’investimento, gli impatti sul Paese; la mancanza di rassicurazioni in merito alle ripercussioni sull’Accordo di Associazione con l’UE e sotto il profilo reputazionale anche verso l'Italia. II Direttivo lascia comunque libertà di voto ai propri Consiglieri che a questo punto si ritroveranno tutti gli occhi puntati addosso.
Des che ieri è stato al centro di una serata partecipata organizzata da Libera e Demos: in sala a Domagnano anche il Segretario alle Finanze, Marco Gatti. Ad aprire il dibattito Francesco Mussoni illustrando il progetto, modificato rispetto alla prima lettura dopo gli ultimi confronti in maggioranza, inerente interventi nel settore ricettivo. “Ci saranno sicuramente degli emendamenti – anticipa il capogruppo Pdcs – ma è una iniziativa privata di sviluppo economico che si muove nell'ambito delle norme sulla trasparenza, adeguata verifica, scambio di informazioni. Siamo dunque impegnati – aggiunge – a definire il perimetro di un Pdl che abbia finalità positive per la nostra realtà economica e sociale”.
“Un percorso, quello verso una piena compliance con le normative internazionali, non completato - obietta Alessandro Rossi (Demos) –, la radice del progetto è sempre la stessa ed è sbagliato comunque il metodo, il modello, perché si rischia di consegnare “le chiavi di casa” ad un investitore estero – sottolinea - che si rapporta direttamente con le Segreterie di Stato, senza interlocuzioni oggettive e fattuali con il Paese. Non esiste in alcuna parte del mondo – aggiunge - che la gestione delle zone a carattere economico speciale vada in mano a privati, semmai a soggetti pubblici seguendo regole ben precise”.
Libera incalza: “Se è vero che il Des si riduce all'apertura di tre nuove strutture alberghiere e che non prevede particolari agevolazioni per i soggetti coinvolti, - pochi residenti non domiciliati - a cosa o a chi serve veramente questo progetto? – si chiede Matteo Ciacci - “Siamo per lo sviluppo economico del Paese, reale - aggiunge - non per l'elusione fiscale legalizzata. La politica del soldo facile – scandisce - non ci ha mai portato bene".
Risponde richiamando le necessità del Paese, Matteo Rossi: “Il progetto – dice - serve per intervenire in un settore nel quale c'è bisogno di elevare lo standard attirando clientela di un certo tipo. Nella legge si stabilisce che l'investitore non possa avere accesso al credito ma versi cospicue somme e soprattutto provveda alla riqualificazione degli Npl in pancia alle nostre banche. La società di investimento si potrà costituire passando al vaglio politico e amministrativo. Se l'operazione va in porto nel rispetto di tutti i crismi ben venga – chiosa il Presidente Psd – in caso contrario non ci perderemo un euro”.