Dopo la sconfitta elettorale Pdcs e Psd pensano di convocare a breve i rispettivi congressi
La linea indicata ieri sera dal segretario Dc Marco Gatti, nella riunione della Direzione è “Avanti con il Congresso del Partito nel più breve tempo possibile. Nel frattempo, opposizione ferma e seria insieme agli alleati”. La Direzione verrà riconvocata nei prossimi giorni per concludere il dibattito sul voto che ha decretato l'uscita dal Governo ma che ha anche confermato la Dc – dichiara in una nota il segretario – come primo partito del Paese. “La voglia di rinnovamento – prosegue il comunicato – ha prevalso su ogni altra valutazione. Accettiamo questo messaggio certi che la Dc rappresenta ancora l'ossatura stessa della società sammarinese”. Per Gatti ora è fondamentale rafforzare le sezioni sul territorio e avviare un percorso per esprimere al meglio il rinnovamento del partito. Riaffermata la volontà di proseguire assieme agli altri alleati della Coalizione prima di tutto.
Il Psd, intanto, esprime delusione per l'esito del ballottaggio, ribadisce la bontà di quanto fatto negli ultimi quattro anni al Governo e riparte dai 1392 voti ottenuti al primo turno. Fissata per mercoledì 14 dicembre la riunione del Direttivo: verranno accolte – recita una nota ufficiale – “le naturali critiche per un risultato che non ha premiato alcune scelte compiute” e si valuterà la convocazione del prossimo Congresso in tempi brevi: 2-4 mesi ipotizza l'ex capogruppo Gerardo Giovagnoli.
E col Psd, intanto, intende innescare una stretta collaborazione il PS, per dare maggiore forza alle componenti socialiste del paese. Lo ha deciso la direzione, riunita ieri sera, a cui sono arrivate anche le dimissioni del Segretario Roberto Raschi. Dimissioni che potrebbero essere respinte nella prossima riunione di Direzione, anche perchè i socialisti hanno ottenuto un risultato che giudicano “lusinghiero” al primo turno: un 7,5% equivalente a cinque consiglieri, che sono scesi a tre dopo il ballottaggio in cui ha prevalso la coalizione – scrive il Ps - “del mandiamo a casa la democrazia cristiana”.