Lo stemma di uno Stato è l’emblema della sua sovranità e della sua identità. Ma finora San Marino non aveva stabilito regole certe, fissate per legge costituzionale, introducendo dunque anche una modifica alla Carta dei diritti del 1974. I due progetti di legge in prima lettura hanno questo obiettivo, e sono partiti da precisi dati storici, come ha spiegato la dirigente dell’ufficio marchi e brevetti, Silvia Rossi. Fu Carlo Malagola, alla fine del 1800, a riordinare l’archivio di Stato e a descrivere sigilli e stemmi, tanto che nella sua legge del 1892 sul corpo consolare voleva appunto dare una veste esteriore ai rappresentanti diplomatici. Negli anni ’60 arriva la guida ufficiale del professor Rossi, con uno stemma leggermente diverso. Quello attuale, e ufficiale, è una sintesi dei due. “Un atto dovuto al Paese – ha commentato il segretario all’Industria Marco Arzilli – abbiamo fin troppo spesso assistito all’uso improprio del nostro stemma”. Sarà il congresso di Stato a stabilire poi come sarà l’immagine dello stemma da usare a fini commerciali, diverso da quelli istituzionali. “La nostra Repubblica – ha concluso il segretario agli Interni Valeria Ciavatta – ha mantenuto nei secoli i suoi riti, molto sentiti dalla popolazione, e fissarli con regole certe vuol dire riaffermare la nostra identità”.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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