La sicurezza più grande per un cittadino di questo paese è quella di potere contare sulla trasparenza, la correttezza della pubblica amministrazione e dei suoi funzionari che per missione erogano servizi ai cittadini e sono garanti del sistema di regole. Dovrebbe. Dico dovrebbe perché non è sempre così e allora accade come nel mio caso che un cittadino si trovi a combattere contro un’ingiustizia che si protrae da oltre 20 anni con l’impossibilità di potere, carte alla mano, dimostrare l’errore commesso.
Nel mio specifico caso più che un errore, una vera e propria manomissione di documenti catastali che ha reso possibile una lottizzazione altrimenti infattibile per mancanza di metrature, il tutto a danno di una proprietà edificata esistente, la mia, con la beffa di dovere oggi essere io a difendermi dal vicinato. Come può accadere un fatto simile? Purtroppo può!
Pensando ad un errore ho effettuato le mie ricerche e sono venuta in possesso dei documenti catastali dove emergeva con evidenza la manomissione operata da qualcuno; purtroppo non è stato possibile portare innanzi al giudice, in contraddittorio, questo fatto, per cui la prova non è stata acquisita nel processo. Venti anni di lotte, di cause civili, anche il tentativo di fare chiarezza attraverso una commissione amministrativa, si sono arenati nelle maglie di una burocrazia sorda al concetto di difesa del cittadino. Oggi sono ancora in attesa di potere dimostrare il torto subito non da parte di altri concittadini ma da parte della pubblica amministrazione, la quale invece di preoccuparsi del rispetto delle sue stesse regole da parte dei suoi funzionari, ha di fatto favorito una lottizzazione impossibile ponendo la mia famiglia nelle condizioni di caricarsi di una preoccupazione e di una battaglia che hanno minato ingiustamente la nostra serenità. Il principio di legalità deve essere l’elemento fondante di una comunità e sui principi non può e non deve prevalere la legge del più forte. Chi lavora nella Pubblica Amministrazione deve essere anch’esso tenuto al rispetto delle regole e dei cittadini, perché le regole nascono per tutelare i cittadini e non per dare motivo di esistenza alla pubblica amministrazione. I cittadini non sono sudditi, ma i protagonisti dello stato. So che esistono altre storie di sopruso, di negligenza, di collusione; molte sono le persone timorose che non possono permettersi una battaglia legale lunga, incerta, snervante e che per queste ragioni preferiscono lasciare perdere. Ho deciso di non piegarmi nella speranza che il diritto venga riconosciuto e che i responsabili vengano chiamati a rispondere. Rendo pubblica la mia battaglia al fine di dare coraggio a tutti coloro che stanno subendo ingiustizie e torti da parte della pubblica amministrazione, per dire loro di non sentirsi soli, di non rinunciare a pretendere il rispetto delle regole e la correttezza dei comportamenti. Di qui nasce la mia personale scelta di candidarmi nel PSD come forma di battaglia ed impegno nei confronti dei cittadini che vogliano denunciare i torti subiti. Consapevoli della necessità di creare un punto di riferimento per una prima denuncia di situazioni di sopruso, il PSD intende istituire un centro d’ascolto al quale darò il mio contributo anche per dare corpo ad una riflessione seria sul rapporto PA e cittadini. Siamo un paese di diritto comune, simile a molti paesi del nord Europa, dove esistono esempi avanzati di forme ed istituti che tutelano il cittadino, a cui il cittadino può rivolgersi per ottenere garanzie, difesa e rispetto della legge. La Pubblica Amministrazione deve essere un punto di riferimento rassicurante per i cittadini, non una controparte da cui difendersi.
Eva Zanotti
Nel mio specifico caso più che un errore, una vera e propria manomissione di documenti catastali che ha reso possibile una lottizzazione altrimenti infattibile per mancanza di metrature, il tutto a danno di una proprietà edificata esistente, la mia, con la beffa di dovere oggi essere io a difendermi dal vicinato. Come può accadere un fatto simile? Purtroppo può!
Pensando ad un errore ho effettuato le mie ricerche e sono venuta in possesso dei documenti catastali dove emergeva con evidenza la manomissione operata da qualcuno; purtroppo non è stato possibile portare innanzi al giudice, in contraddittorio, questo fatto, per cui la prova non è stata acquisita nel processo. Venti anni di lotte, di cause civili, anche il tentativo di fare chiarezza attraverso una commissione amministrativa, si sono arenati nelle maglie di una burocrazia sorda al concetto di difesa del cittadino. Oggi sono ancora in attesa di potere dimostrare il torto subito non da parte di altri concittadini ma da parte della pubblica amministrazione, la quale invece di preoccuparsi del rispetto delle sue stesse regole da parte dei suoi funzionari, ha di fatto favorito una lottizzazione impossibile ponendo la mia famiglia nelle condizioni di caricarsi di una preoccupazione e di una battaglia che hanno minato ingiustamente la nostra serenità. Il principio di legalità deve essere l’elemento fondante di una comunità e sui principi non può e non deve prevalere la legge del più forte. Chi lavora nella Pubblica Amministrazione deve essere anch’esso tenuto al rispetto delle regole e dei cittadini, perché le regole nascono per tutelare i cittadini e non per dare motivo di esistenza alla pubblica amministrazione. I cittadini non sono sudditi, ma i protagonisti dello stato. So che esistono altre storie di sopruso, di negligenza, di collusione; molte sono le persone timorose che non possono permettersi una battaglia legale lunga, incerta, snervante e che per queste ragioni preferiscono lasciare perdere. Ho deciso di non piegarmi nella speranza che il diritto venga riconosciuto e che i responsabili vengano chiamati a rispondere. Rendo pubblica la mia battaglia al fine di dare coraggio a tutti coloro che stanno subendo ingiustizie e torti da parte della pubblica amministrazione, per dire loro di non sentirsi soli, di non rinunciare a pretendere il rispetto delle regole e la correttezza dei comportamenti. Di qui nasce la mia personale scelta di candidarmi nel PSD come forma di battaglia ed impegno nei confronti dei cittadini che vogliano denunciare i torti subiti. Consapevoli della necessità di creare un punto di riferimento per una prima denuncia di situazioni di sopruso, il PSD intende istituire un centro d’ascolto al quale darò il mio contributo anche per dare corpo ad una riflessione seria sul rapporto PA e cittadini. Siamo un paese di diritto comune, simile a molti paesi del nord Europa, dove esistono esempi avanzati di forme ed istituti che tutelano il cittadino, a cui il cittadino può rivolgersi per ottenere garanzie, difesa e rispetto della legge. La Pubblica Amministrazione deve essere un punto di riferimento rassicurante per i cittadini, non una controparte da cui difendersi.
Eva Zanotti
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