Era nell'aria: già un mese fa si diceva che sarebbe stato l'ultimo Consiglio della Legislatura. Ieri, come uno tsunami, sia forze di maggioranza che di opposizione iniziano la raccolta firme per sciogliere il parlamento: servono, come noto, le dimissioni di almeno 30 consiglieri. È quasi una corsa a chi taglia per primo il traguardo. Arrivano, uno dopo l'altro, i comunicati delle forze politiche che compatte hanno nominato, mercoledì, la coppia Reggenziale per il prossimo semestre.
A lavori in corso Rete informa che al termine della sessione presenterà le dimissioni di tutti i propri Consiglieri. A ruota le note di Demos ed RF. In mattinata è il turno di Psd e Libera che, insieme, annunciano che comunicheranno formalmente la presentazione delle dimissioni collettive dei rispettivi Gruppi. “La nostra ferma intenzione – scrivono - è impegnarci per un progetto riformista ambizioso”, e annunciano di essere già al lavoro “per preparare una proposta politica rinnovata, capace di rispondere alle esigenze e alle aspettative dei concittadini”.
Sebbene in sordina, anche il PDCS e Alleanza Riformista hanno avviato la macchina per chiudere la legislatura: firme alla mano, attendono ora l'Ufficio di Presidenza, convocato alle 13, luogo istituzionale deputato a stabilire le modalità del Decreto di scioglimento del Consiglio. In attesa dell'appuntamento, Domani Motus Liberi ribadisce la propria posizione, vale a dire “la necessità di guidare questo fine legislatura in modo opportuno”, “salvaguardando i temi di estremo interesse per il paese”, andando quindi a votare “nel momento migliore piuttosto che in tutta fretta”.