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Incontro dei partiti di opposizione

15 nov 2003
Incontro dei partiti di opposizione
Sammarinesi per la Libertà, Alleanza Nazionale, Pss Nuova San Marino, Popolari Sammarinesi insieme per illustrare la loro visione dell’attuale situazione politica e le possibili soluzioni per uscirne. Tutti d’accordo sulla necessità di elezioni anticipate, anche se per i Popolari sammarinesi sarebbe auspicabile arrivarci con una nuova legge elettorale. Per Romeo Morri l’attuale governo “ha l’elettroencefalogramma piatto”, è finito e negli ultimi anni si è palesata la crisi profonda dei grandi partiti sammarinesi. Molti indicatori, a partire dall’economia, ha detto, hanno raggiunto il livello di guardia e se non si fa nulla per invertire la tendenza si rischia di arrivare al punto di non ritorno. Glauco Sansovini di An ha descritto i retroscena dell’ultima seduta consiliare in cui sarebbe stato chiesto anche ad An di firmare l’Odg, proposto dalla Dc. “E’ vero che quell’ordine del giorno è stato appoggiato dalle forze responsabili. Ma nel senso che sono responsabili dello sfascio del paese. Era un documento non chiaro nei tempi, nei metodi e nei contenuti”. Per Sansovini Dc, Pss, Pdd, Ap e mezza Rifondazione Comunista non hanno trovato ancora un accordo di governo per questioni di poltrone. Per Giuseppe Rossi, dei Sammarinesi per la Libertà, la crisi di governo non verrà aperta perchè chi ha il potere non vuole mettersi in discussione. “Non vogliono – ha aggiunto – che si trovino i responsabili dell’attuale situazione e di pagine poco chiare come quella del buco di bilancio. “Non possiamo accettare – ha sottolineato Monica Bollini, sempre dei sammarinesi per la libertà – che le stesse persone che hanno rovinato il paese ora facciano appelli alla responsabilità. Nei partiti – ha aggiunto – non ci sono uomini coraggiosi. Seguono i leader per trarne vantaggi personali”.
Augusto Casali, del Pss Nuova San Marino, ha parlato di un paese allo sbando. “non c’è più la maggioranza – ha precisato – ma non c’è più nemmeno l’opposizione. Domina la confusione e la crisi cominciata nel 2000 si è aggravata ulteriormente il 26 settembre 2002, dopo il noto odg a firma di Bollini e Rossi che ha decretato la fine della maggioranza, Pss, pdd Ap”. Per Casali occorre proseguire sulla strada tracciata dagli oltre 8000 si al referendum sulla preferenza unica all’insegna dello slogan: mandiamoli a casa. Ha anche espresso la convinzione che Ap non aderirà al Governo in via di definizione perché così facendo svenderebbe il patrimonio di coerenza e intransigenza che finora l’ha caratterizzata.

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