Nell’attuale quadro internazionale minacciato da gravi e perduranti crisi e conflitti, una preoccupante e profonda attenzione deve essere rivolta al dramma umanitario che sta colpendo migliaia di iracheni, vittime dei miliziani islamici.
Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Pasquale Valentini si associa all’appello del Pontefice, rivolto a sensibilizzare la comunità internazionale sulla necessità di porre fine alle violenze in atto nel nord del Paese e di alleviare le tante sofferenze umane, sostenendo pienamente anche la scesa in campo del Segretario Generale delle Nazioni Unite, che ha invitato tutti i Paesi a fare il possibile per aiutare il governo iracheno, condannando quella che viene definita una vera e propria persecuzione nei confronti delle minoranze religiose.
Si tratta di un focolaio di tensione particolarmente pericoloso, oltre che umanamente inaccettabile, per la minaccia alla sicurezza e alla pace dell’intera area mediorientale, con conseguenze drammatiche per le popolazioni coinvolte.
Per queste ragioni e per il continuo aggravarsi della situazione, serve una presa di coscienza collettiva che induca ogni Stato, soprattutto coloro che determinano maggiormente gli equilibri dell’intera regione, a mobilitarsi prontamente per una soluzione politica e senza ulteriori vittime di civili innocenti.
Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Pasquale Valentini si associa all’appello del Pontefice, rivolto a sensibilizzare la comunità internazionale sulla necessità di porre fine alle violenze in atto nel nord del Paese e di alleviare le tante sofferenze umane, sostenendo pienamente anche la scesa in campo del Segretario Generale delle Nazioni Unite, che ha invitato tutti i Paesi a fare il possibile per aiutare il governo iracheno, condannando quella che viene definita una vera e propria persecuzione nei confronti delle minoranze religiose.
Si tratta di un focolaio di tensione particolarmente pericoloso, oltre che umanamente inaccettabile, per la minaccia alla sicurezza e alla pace dell’intera area mediorientale, con conseguenze drammatiche per le popolazioni coinvolte.
Per queste ragioni e per il continuo aggravarsi della situazione, serve una presa di coscienza collettiva che induca ogni Stato, soprattutto coloro che determinano maggiormente gli equilibri dell’intera regione, a mobilitarsi prontamente per una soluzione politica e senza ulteriori vittime di civili innocenti.
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