Molto del risultato del primo turno sfavorevole al centrodestra è dipeso dalla scelta dei candidati, avrebbe spiegato il premier all’ufficio di presidenza del Pdl. Aggiungendo, con un ragionamento proprio di chi pensa al peggio, che non si doveva caricare politicamente il voto locale. Concetti smentiti in fretta e furia dal portavoce Bonaiuti; ma l’analisi di Berlusconi è stata riportata da troppe fonti qualificate per essere del tutto falsa. In ogni caso il Cavaliere, alle prese con le fibrillazioni della Lega, conferma il suo impegno per i ballottaggi. “Siamo in campo, perché sarebbe una follia consegnare le città alla sinistra estrema” dice, ribadendo che del trasferimento dei ministeri al Nord inizialmente promesso al Carroccio per ora non se ne parla. Berlusconi ostenta tranquillità per la tenuta del governo, anche alla luce dell'ultimo voto di fiducia alla Camera. «Ci aspettano due anni di lavoro e con questa nuova maggioranza possiamo fare le riforme”, a partire da quella del fisco, promette. Con un messaggio ottimista condiviso da Gianni Letta, secondo cui “non e' vero che il Paese e' allo sfascio”. Ma l’opposizione non ci crede. “Credo che nessuno presti più fede alle parole del premier; e questo e' un guaio per il Paese”, sostiene il leader del Pd Bersani. E guardando al dopo ballottaggi, che tutti ritengono sfavorevoli per il centrodestra, Di Pietro ammonisce: se cade Berlusconi non vogliamo “governicchi” ma nuove elezioni.
Francesco Bongarrà
Francesco Bongarrà
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