Mentre l’esame della riforma in Senato sembra ormai sostanzialmente impantanato dalle divisioni, si rincorrono le voci su un messaggio al Parlamento del presidente Napolitano, ma anche sulla possibilità che il governo presenti in materia una propria proposta per sbloccare l’impasse. Voci che fanno il paio con l’eventualità, che in molti vedono sempre più reale, di un voto anticipato a febbraio. Se le forze politiche, impaurite dal ciclone Grillo, non trovano l’intesa sul sistema di voto, con Berlusconi che non farà campagna elettorale contro Monti e smentisce una rottura con Alfano ma dice no a quelle preferenze che tanto piacciono all’Udc e che il Pd alla fine accetterebbe in parte pur di stringere un accordo con i centristi per un bis del successo siciliano, per il presidente della Repubblica va superato soprattutto lo scoglio del premio di maggioranza. Quello in vigore è stato bocciato dalla Corte costituzionale, e diventa complicato riproporlo alle prossime elezioni, con un panorama politico completamente cambiato da Grillo che ora candida al Quirinale Di Pietro, lasciando intendere un accordo tra il suo movimento e l’ex magistrato nei cui confronti il consenso all’interno dell’Italia dei Valori sarebbe ai minimi storici dopo l’ultima puntata di Report. A questo punto, l’appuntamento delle primarie del centrosinistra diventa sempre più importante: solo dopo la consultazione di metà novembre i partiti scopriranno veramente le loro carte. E nel frattempo è pioggia di emendamenti sulla legge di stabilità le cui misure sono promosse dal Fondo monetario: il governo accetta modifiche a saldi invariati che soddisfano le forze politiche.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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