“Comma comunicazioni che si è trasformato in “comma giustizia”: Luca Boschi evidenzia da subito “un drammatico scollamento tra i temi discussi in Aula e le grandissime aspettative dei cittadini che, dal canto loro, attendono risposte per uscire il prima possibile da questa crisi, acuita dal Covid”. “Questo Governo – osserva poi - brilla solo per la pochezza di proposte e soluzioni prodotte in questi 7 mesi, dimostrando prontezza unicamente sul fronte giustizia”.
Ripercorsi, quindi, gli ultimi avvenimenti, al centro di un acceso dibattito, culminati con la posizione divergente di Iro Belluzzi “rispetto a quella indicata dalla sua maggioranza”, e ora anche la lettera dei magistrati al Consiglio d'Europa. Una missiva che per Libera, seppur criticabile nella modalità e nel merito, “non può essere derubricata 'come un colpo di testa' di 10 togati ma va accolta in molti aspetti per mettere in discussione ruoli e posizioni di privilegio storici che ostacolano il buon funzionamento del Tribunale”.
Richiama l'esigenza di riportare la politica al suo ruolo di supervisione, Marica Montemaggi: “Ora è chiaro che gli schemi sono saltati” – fa notare – ma non è la distruzione totale che farà risollevare il Paese, bensì tornare ad una politica dialogante per creare un nuovo equilibrio”.
Torna sulla lettera inviata dai giudici al COE, Eva Guidi: rileva il rischio concreto che l'atto possa mettere il Paese sotto osservazione degli organismi internazionali, minando una credibilità, acquisita negli anni, anche con fatica, in ambiti come quello della trasparenza fiscale. “Oltre alla credibilità, ad essere compromessa – aggiunge – è la certezza del diritto, che invece serve per presentarsi ai futuri investitori”.
Giuseppe Morganti pone l'accento, infine, “sull'ingerenza della politica nella giustizia”, con riferimento all'interpretazione autentica della Legge 1/2020, quando invece “è di compattezza interna e solidarietà internazionale – dice - che avremmo veramente bisogno”. Poi l'affondo: “Mettere a repentaglio la credibilità del Paese – tuona - per 'le paturnie' interne al nostro Tribunale non è accettabile. In questo momento prevalgono i falchi sulle colombe; se però la politica non è in grado di dare una posizione precisa per uscire da questa impasse non vale una cicca”.