Dalla piazza al web, un fronte comune per le dimissioni di Berlusconi, dopo il Ruby gate. Oggi 10mila donne sfilano a Milano in sciarpa bianca, come a lutto. Mentre il vescovo Tettamanzi chiede esemplarità anche nel privato per chi guida il paese. Mobilitata Firenze, in centinaia battono pentole e coperchi al grido: “l’Italia non è un bordello”. Intanto dall’Idv, Di Pietro rilancia la manifestazione Santoro-Travaglio del 13 febbraio: “Ci saremo per rompere l'incantesimo con cui Berlusconi tiene in ostaggio il Paese”. Non scenderà, invece, in piazza il Pdl: “Nessuna iniziativa anti pm, né locale, né nazionale”, lo dicono il sottosegretario Santanché e il ministro La Russa, proprio nella giornata di apertura dell’anno giudiziario. In tutta Italia, le toghe difendono la correttezza della loro azione, la loro autonomia: “Gli attacchi ai magistrati sono contro la costituzione – dice l’Anm e il vice presidente del CSM Vietti da Milano precisa: “L’attività di magistratura non sottende disegni eversivi”. Critiche al ministro Alfano quando torna a dire: “Resistenze corporative ostacolano la riforma giudiziaria”. Sul fronte politico, è Casini a invitare il premier a farsi da parte – “Meglio il voto che tirare a campare”, mentre il ministro agli esteri Frattini sulla posizione di Gianfranco Fini dichiara: “Deciderà lui se dimettersi. Di certo, mai in passato un presidente della Camera ha chiesto di andarsene a premier e governo”.
Annamaria Sirotti
Annamaria Sirotti
Riproduzione riservata ©