Una manovra che si compone di tre parti: i costi degli apparati burocratici e politici, lavoro sviluppo, e finanza pubblica. Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti nel corso della conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi. Una super-misura anticrisi che somma all'intervento di luglio di circa 47 miliardi altri 45 miliardi per un impatto complessivo da qui al 2013 che supera i 90 miliardi. Sei miliardi dalla stretta sui trasferimenti agli enti locali; altrettanti da quella sui ministeri; un miliardo dall'aumento al 20% della tassazione sulle rendite finanziarie; 1 miliardo da nuovi balzelli sul gioco e dall'aumento delle accise sui tabacchi; 1 miliardo dalla lotta all'evasione e altrettanti dall'anticipo delle norme sulla previdenza. Infine circa 4 miliardi dalla delega assistenziale. Questo il provvedimento per il 2012, che complessivamente porterà 20 miliardi. Si tratta di "macro-cifre" suscettibili di ulteriori ritocchi, sottolineano fonti governative. Ma il dettaglio delle misure conferma che a pagare maggiormente saranno regioni, province e comuni oltre che i dicasteri. Nella nuova manovra c'é "l'applicazione anticipata di alcune norme" per arrivare all'obiettivo di deficit-Pil al 3,9% nel 2011 che "credo potrà essere anche migliore"– ha stimato ottimisticamente Tremonti. Il testo, in corso di bollinatura per recepire le modifiche fatte ancora ieri in Consiglio dei ministri, poi andrà al Quirinale e domani, da mezzanotte, sarà in Gazzetta Ufficiale.
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