Ha il sapore di un pensiero lanciato oltre il confine della scadenza elettorale il ragionamento del Segretario della Democrazia Cristiana, Marco Gatti che oggi, in una intervista sulle colonne di Tribuna, definisce “un dialogo naturale” il confronto politico con il Partito Socialista. Considerato che la legge elettorale definisce con chiarezza percorsi e modalità delle coalizioni, il “patto di legislatura” pare destinato a restare una suggestiva provocazione, piuttosto che una proposta politica praticabile, almeno nell'immediato. A meno che il clima all'interno di Bene Comune si stia surriscaldando accrescendo i disagi politici di qualcuno. “La maggioranza c'è”, rispondono praticamente all'unisono il coordinatore di AP, Nicola Renzi e il Capogruppo del PSD, Gerardo Giovagnoli, che ricordano il lungo percorso di verifica e smentiscono mal di pancia o insofferenze. I due non sembrano per nulla attratti da ragionamenti politici a breve termine e si dicono convinti che si debba lavorare unicamente sulle priorità programmatiche già chiaramente indicate. “Altre strade non ce ne sono – afferma Renzi – se non quelle che portano alla concretizzazione dei progetti già impostati”. Dello stesso tono le riflesisoni di Giovagnoli, che si dice concentrato sui risultati da portare a casa e non su congetture astratte “Se poi c'è chi intende affiancare il lavoro della maggioranza ed è disposto a portare un contributo per raggiungere gli obiettivi indicati, ben venga. Nessuna preclusione nei confronti di chi voglia sostenere il progetto della coalizione”. Marco Gatti rafforza il suo ragionamento, che non vuole avere il sapore di una “avventura sentimentale estiva”, ma guarda al futuro. “Le condivisioni – afferma- vanno ricercate e coltivate. Con i socialisti – aggiunge – ci sono stati confronti su alcuni dei progetti della coalizione, credo sia opportuno capire se loro ci saranno anche in futuro”. Insomma, una prospettiva che va oltre la legislatura, anche se gli scenari del post 2017 appaiono ancora fumosi e inattendibili. Troppe le variabili in campo, fra le quali anche la questione di Banca Centrale, con punti di vista distanti nella stessa maggioranza. Poi ci sono i progetti di sviluppo e le criticità che ancora persistono.
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