La Giornata Internazionale della Pace, che si celebra il 21 settembre, rappresenta per il mondo intero un appello alla cessazione delle ostilità e a rafforzare gli ideali di pace.
Una ricorrenza che quest’anno si celebra in concomitanza del trentesimo anniversario della Dichiarazione adottata dalle Organizzazione delle Nazioni Unite il 12 novembre 1984, che proclama solennemente il diritto di tutti popoli della terra alla pace e il dovere di ogni Stato di garantire loro una vita pacifica.
Dopo l’orrore e il dolore causati dalla guerra e dalla violenza del secolo scorso, si è acquisita, con la consapevolezza che la mancanza di considerazione ed il disprezzo per i diritti umani avevano portato alla barbarie, anche la volontà di contribuire alla costruzione di un mondo in cui gli tutti gli esseri umani potessero finalmente essere liberi dalla paura e dal bisogno.
L’assenza di guerra costituisce infatti condizione necessaria non solo per il benessere e il progresso degli Stati ma anche per il rispetto e l’affermazione dei più elementari diritti umani, quali il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale.
Ciò nonostante la pace è ancora privilegio riservato ad alcune zone del pianeta. Assuefatti alle notizie ed alle immagini di guerra e di orrore provenienti da diverse parti del mondo, rischiamo di perdere la capacità di indignarci per la perdita di innocenti vite umane e per le inutili ed assurde distruzioni, rassegnandoci all’idea dell’inevitabilità della guerra.
L’odierna giornata ci esorta ad un compito – contribuire alla difesa e alla promozione della pace - che deve impegnare tutti, e non solo le Organizzazioni internazionali a ciò deputate, con la consapevolezza che sarà proprio la nostra determinazione a favore della pace che potrà cambiare il mondo.
E’ l’umanità intera ad essere chiamata alla grande sfida di una convivenza pacifica tra individui e popoli, che riposi su solide fondamenta di fiducia e di rispetto reciproco, di giustizia e di libertà.
In questo momento di forte preoccupazione per la situazione internazionale, la nostra Repubblica continuerà ad adoperarsi con passione e tenacia per sostenere ogni sforzo compiuto dalla comunità internazionale a favore della pace e della tutela dei diritti e per contribuire a far crescere, soprattutto nelle nuove generazioni, una cultura di rifiuto dell’uso della forza e di incessante ricerca
del dialogo e di soluzione pacifica delle controversie.
Una ricorrenza che quest’anno si celebra in concomitanza del trentesimo anniversario della Dichiarazione adottata dalle Organizzazione delle Nazioni Unite il 12 novembre 1984, che proclama solennemente il diritto di tutti popoli della terra alla pace e il dovere di ogni Stato di garantire loro una vita pacifica.
Dopo l’orrore e il dolore causati dalla guerra e dalla violenza del secolo scorso, si è acquisita, con la consapevolezza che la mancanza di considerazione ed il disprezzo per i diritti umani avevano portato alla barbarie, anche la volontà di contribuire alla costruzione di un mondo in cui gli tutti gli esseri umani potessero finalmente essere liberi dalla paura e dal bisogno.
L’assenza di guerra costituisce infatti condizione necessaria non solo per il benessere e il progresso degli Stati ma anche per il rispetto e l’affermazione dei più elementari diritti umani, quali il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale.
Ciò nonostante la pace è ancora privilegio riservato ad alcune zone del pianeta. Assuefatti alle notizie ed alle immagini di guerra e di orrore provenienti da diverse parti del mondo, rischiamo di perdere la capacità di indignarci per la perdita di innocenti vite umane e per le inutili ed assurde distruzioni, rassegnandoci all’idea dell’inevitabilità della guerra.
L’odierna giornata ci esorta ad un compito – contribuire alla difesa e alla promozione della pace - che deve impegnare tutti, e non solo le Organizzazioni internazionali a ciò deputate, con la consapevolezza che sarà proprio la nostra determinazione a favore della pace che potrà cambiare il mondo.
E’ l’umanità intera ad essere chiamata alla grande sfida di una convivenza pacifica tra individui e popoli, che riposi su solide fondamenta di fiducia e di rispetto reciproco, di giustizia e di libertà.
In questo momento di forte preoccupazione per la situazione internazionale, la nostra Repubblica continuerà ad adoperarsi con passione e tenacia per sostenere ogni sforzo compiuto dalla comunità internazionale a favore della pace e della tutela dei diritti e per contribuire a far crescere, soprattutto nelle nuove generazioni, una cultura di rifiuto dell’uso della forza e di incessante ricerca
del dialogo e di soluzione pacifica delle controversie.
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