Se Mario Monti rivendica di aver salvato l’Italia dal baratro, Giorgio Napolitano richiama i partiti alla responsabilità. Il presidente del Consiglio, che punta a chiudere il negoziato con le parti sociali, da Dubai sostiene che con il suo governo “si è riusciti ad evitare il disastro totale”. E aggiunge che i mercati avrebbero compreso che l’economia del Paese è stata messa in sicurezza, visto che a suo dire l’Italia è tornata appetibile per gli investimenti dall’estero: anche grazie alle sue riforme che secondo l'Ocse avranno un impatto di 4 punti di pil in 10 anni. Un patrimonio che non può essere disperso per il presidente Napolitano il quale, citando Benedetto Croce lancia un significativo monito ai partiti: “trovino nel bene dell'Italia il limite oltre il quale non deve spingersi la loro discordia”. Parole forti che però non sembrano trovare orecchie attente tra le forze
politiche: nel giorno in cui il governo blinda con la fiducia alla Camera la legge di stabilità, appaiono più che mai divise. Le primarie rappresentano indubbiamente un momento di discordia in entrambi gli schieramenti, mentre regge l’asse tra Pdl, Lega e Udc sulla legge elettorale che la prossima settimana approderà nell’Aula del Senato, con il Pd a dire no a colpi di mano. Nel centrosinistra Vendola attacca tutti sulle regole della consultazione che, sostiene, lo penalizzerebbero, con un refrain comune a quello di Matteo Renzi che continua a sperare di evitare l’alleanza con l’Udc. E nuvole dense anche nel Pdl, dove è lite sul numero dei candidati: troppi per gli ex di An. Mentre la Mussolini lascia denunciando una resa dei conti, Bondi implora il ritorno di Berlusconi.
Da Roma Francesco Bongarrà
politiche: nel giorno in cui il governo blinda con la fiducia alla Camera la legge di stabilità, appaiono più che mai divise. Le primarie rappresentano indubbiamente un momento di discordia in entrambi gli schieramenti, mentre regge l’asse tra Pdl, Lega e Udc sulla legge elettorale che la prossima settimana approderà nell’Aula del Senato, con il Pd a dire no a colpi di mano. Nel centrosinistra Vendola attacca tutti sulle regole della consultazione che, sostiene, lo penalizzerebbero, con un refrain comune a quello di Matteo Renzi che continua a sperare di evitare l’alleanza con l’Udc. E nuvole dense anche nel Pdl, dove è lite sul numero dei candidati: troppi per gli ex di An. Mentre la Mussolini lascia denunciando una resa dei conti, Bondi implora il ritorno di Berlusconi.
Da Roma Francesco Bongarrà
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