La presentazione in Parlamento della riforma del mercato del lavoro “è questione di giorni”. Lo assicura il presidente Napolitano sottolineando dalla Giordania che per il governo “la situazione non soddisfacente nel mercato del lavoro” rappresenta “un ostacolo” alla crescita e alle prospettive per nuova occupazione.
Le parole del Capo dello Stato sono un buon viatico per Monti. Tornato dalla missione in Estremo oriente che ha concluso assicurando agli investitori che “la crisi è superata” e che “l’Italia è solida”, a Roma il premier trova i partiti ad attenderlo al varco dell’articolo 18. A chiedere modifiche al testo, che ancora non è approdato alle Camere, non è solo la leader della Cgil. “Senza modifiche sarà sciopero generale”, tuona Silvana Camusso. Ma anche il Pd insiste sulla necessità di aggiustare il tiro rispetto alla direzione presa dal ministro Fornero, con Bersani che promette il via libera “entro maggio” alla riforma se si trova un accordo. Angelino Alfano apre ai democratici, ma dice no ad un’agenda “dettata dalla Cgil”. Perché, sottolinea il delfino di Berlusconi. "fare insieme la riforma del lavoro è meglio che farla separati".
E il Pdl, davanti all’ulteriore crescita della disoccupazione in Italia, pretende “risposte concrete” sulla situazione degli “esodati”
dal presidente del Consiglio, che Casini vede “perfetto” in futuro tanto al Quirinale quanto a Palazzo Chigi. Il leader centrista ribadisce che l’atteso vertice di maggioranza non è stato ancora convocato da Monti; ed avverte: “sarebbe irresponsabilità allo stato puro continuare a tenere aperta per due mesi la partita sulla riforma del lavoro”.
Da Roma Francesco Bongarrà
Le parole del Capo dello Stato sono un buon viatico per Monti. Tornato dalla missione in Estremo oriente che ha concluso assicurando agli investitori che “la crisi è superata” e che “l’Italia è solida”, a Roma il premier trova i partiti ad attenderlo al varco dell’articolo 18. A chiedere modifiche al testo, che ancora non è approdato alle Camere, non è solo la leader della Cgil. “Senza modifiche sarà sciopero generale”, tuona Silvana Camusso. Ma anche il Pd insiste sulla necessità di aggiustare il tiro rispetto alla direzione presa dal ministro Fornero, con Bersani che promette il via libera “entro maggio” alla riforma se si trova un accordo. Angelino Alfano apre ai democratici, ma dice no ad un’agenda “dettata dalla Cgil”. Perché, sottolinea il delfino di Berlusconi. "fare insieme la riforma del lavoro è meglio che farla separati".
E il Pdl, davanti all’ulteriore crescita della disoccupazione in Italia, pretende “risposte concrete” sulla situazione degli “esodati”
dal presidente del Consiglio, che Casini vede “perfetto” in futuro tanto al Quirinale quanto a Palazzo Chigi. Il leader centrista ribadisce che l’atteso vertice di maggioranza non è stato ancora convocato da Monti; ed avverte: “sarebbe irresponsabilità allo stato puro continuare a tenere aperta per due mesi la partita sulla riforma del lavoro”.
Da Roma Francesco Bongarrà
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