La strada del Governo istituzionale di responsabilità è tramontata, quando PSD e Sinistra Unita hanno detto no. “Una proposta con il freno a mano tirato - il commento di un esponente PSD - che fotografa una strada in salita già in partenza”. Anche se la tregua politica che avrebbe significato è stata apprezzata da tutti.
I rispettivi organismi hanno respinto la soluzione democristiana che restringe a questo punto le possibilità per superare la crisi.
Elezioni subito, ribadisce Sinistra Unita, che ha dalla sua parte Democratici di Centro e Sammarinesi per la Libertà. Resta da convincere l’alleato più importante.
Ora la partita si sposta, da qui alla scadenza del mandato esplorativo, al tavolo delle due coalizioni.
A Borgo Maggiore, nella sede del PSD, c’è stata la riunione della maggioranza fallita all’ultimo momento. Bocche cucite sull’esito dell’incontro e soprattutto sul numero di consiglieri pronti alle dimissioni raccolto finora, ma la soddisfazione di alcuni esponenti di SU all’uscita, lascia pensare che la data del voto sia all’orizzonte.
Confronto interno anche per la DC, che ha riunito gli alleati in via delle Scalette. In primis per tirare le somme degli incontri a Palazzo Begni e soprattutto per convincerli che l’unica strada è quella di un Governo di 31, ma fissando tempistica e modalità delle elezioni. Una soluzione che permetterebbe alla DC di tornare dalla Reggenza con un Governo in tasca, ma che presenta un ostacolo: Alleanza Popolare e il suo no a numeri risicati. Mentre a sinistra si aprirebbe la possibilità di avere 29 consiglieri dimissionari. Una condizione auspicata da AP fin dall’inizio: i numeri per tornare alle urne. Ma non è escluso che da qui a martedì ci siano altri colpi di scena, che finora non sono mancati.
I rispettivi organismi hanno respinto la soluzione democristiana che restringe a questo punto le possibilità per superare la crisi.
Elezioni subito, ribadisce Sinistra Unita, che ha dalla sua parte Democratici di Centro e Sammarinesi per la Libertà. Resta da convincere l’alleato più importante.
Ora la partita si sposta, da qui alla scadenza del mandato esplorativo, al tavolo delle due coalizioni.
A Borgo Maggiore, nella sede del PSD, c’è stata la riunione della maggioranza fallita all’ultimo momento. Bocche cucite sull’esito dell’incontro e soprattutto sul numero di consiglieri pronti alle dimissioni raccolto finora, ma la soddisfazione di alcuni esponenti di SU all’uscita, lascia pensare che la data del voto sia all’orizzonte.
Confronto interno anche per la DC, che ha riunito gli alleati in via delle Scalette. In primis per tirare le somme degli incontri a Palazzo Begni e soprattutto per convincerli che l’unica strada è quella di un Governo di 31, ma fissando tempistica e modalità delle elezioni. Una soluzione che permetterebbe alla DC di tornare dalla Reggenza con un Governo in tasca, ma che presenta un ostacolo: Alleanza Popolare e il suo no a numeri risicati. Mentre a sinistra si aprirebbe la possibilità di avere 29 consiglieri dimissionari. Una condizione auspicata da AP fin dall’inizio: i numeri per tornare alle urne. Ma non è escluso che da qui a martedì ci siano altri colpi di scena, che finora non sono mancati.
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