In questi giorni di Consiglio Grande e Generale sta emergendo l'unico piano, casuale e scellerato, che questa maggioranza ha saputo immaginare e tradurre in pratica, per il presente ed il futuro, alquanto incerto, del nostro Paese.
Una patrimoniale "nel deserto", priva di una struttura equa e attenta alle forti difficoltà del momento e quindi destinata ad essere un granello di sabbia nel deserto del deficit di bilancio, invece di essere impiegata per investimenti e sviluppo.
Una riforma tributaria forte con i deboli e debole con i forti, aumenti vertiginosi delle aliquote a carico dei dipendenti e per contro, nessuna misura per stanare l'evasione fiscale capace di far pagare le tasse a tutti.
Altro nobile e fondamentale assente è rappresentato dalla riduzione consistente della spesa pubblica. Nonostante la commissione per la revisione della spesa abbia svelato un notevole ammontare di sprechi e spese non sostenibili in questo momento di difficoltà, le uniche notizie che pervengono dagli ambienti di Governo comunicano che il taglio potrebbe essere limitato a 10-20 milioni.
Questo il quadro degli interventi (e dei non interventi) immaginati e messi in atto dal Governo: una serie di politiche restrittive che avranno il solo effetto di far crollare i consumi, scoraggiare gli investimenti e impedire l'occupazione dei tanti sammarinesi senza un lavoro ed una prospettiva futura.
Queste misure, viste dal lato dei conti pubblici, sanciscono ancora una volta la via della recessione economica del Paese. Infatti, se possono essere sufficienti per azzerare il deficit, temporaneamente e solo sulla carta, grazie alle misure inique e al salasso fiscale perpetrato nei confronti dei dipendenti, ci spingeranno sempre più vicino a un potenziale tracollo dell'economia che causerebbe un nuovo crollo delle entrate e nuovamente il ricorso all'inasprimento delle imposte o all'indebitamento.
Entrando nel merito di alcuni provvedimenti possiamo notare come la stella polare dell'equità sia troppo spesso accantonata per fare cassa senza tenere conto delle difficoltà delle famiglie.
Nell'ambito della patrimoniale è stata introdotta un'esenzione sulla prima casa troppo bassa, le dilazioni sono previste solo per chi ha una considerevole quantità di immobili e non per chi ne ha pochi ma è disoccupato o in difficoltà, inoltre risulta totalmente assente la progressività necessaria a far pagare di più a chi ha molto di più.
Dal primo esame della riforma fiscale, che abbiamo avuto l'onore di visionare solo pochi giorni fa, si nota la totale assenza degli strumenti necessari per attuare una seria lotta all'evasione fiscale capace di far pagare le tasse a tutti e per contro un aumento spropositato delle tasse per i lavoratori dipendenti.
L'unica "non soluzione" praticata dalla classe politica dirigente, in questi anni, riguarda l'esaurimento di tutte le risorse liquide dello stato. Infatti, siamo passati in pochi anni da 270 milioni a 70 milioni di liquidità (soldi in cassa), ed oggi vengono paventati rischi importanti considerando che servono quasi 15 milioni al mese per mantenere il Settore Pubblico Allargato.
L'unica "soluzione" paventata da questo Governo è la creazione dell'Istituto Finanziario Pubblico per mettere sul mercato i Beni Pubblici e ricavare liquidità per mantenere la Spesa Pubblica.
Salasso fiscale sui redditi certi, nessun intervento per ridurre la spesa e debiti: la ricetta più facile, seguita da diversi Paesi nostri vicini. Peccato che siano tutti andati a finire molto male e peccato che questo scellerato Governo ci stia conducendo sulla stessa via.
Civico 10
Una patrimoniale "nel deserto", priva di una struttura equa e attenta alle forti difficoltà del momento e quindi destinata ad essere un granello di sabbia nel deserto del deficit di bilancio, invece di essere impiegata per investimenti e sviluppo.
Una riforma tributaria forte con i deboli e debole con i forti, aumenti vertiginosi delle aliquote a carico dei dipendenti e per contro, nessuna misura per stanare l'evasione fiscale capace di far pagare le tasse a tutti.
Altro nobile e fondamentale assente è rappresentato dalla riduzione consistente della spesa pubblica. Nonostante la commissione per la revisione della spesa abbia svelato un notevole ammontare di sprechi e spese non sostenibili in questo momento di difficoltà, le uniche notizie che pervengono dagli ambienti di Governo comunicano che il taglio potrebbe essere limitato a 10-20 milioni.
Questo il quadro degli interventi (e dei non interventi) immaginati e messi in atto dal Governo: una serie di politiche restrittive che avranno il solo effetto di far crollare i consumi, scoraggiare gli investimenti e impedire l'occupazione dei tanti sammarinesi senza un lavoro ed una prospettiva futura.
Queste misure, viste dal lato dei conti pubblici, sanciscono ancora una volta la via della recessione economica del Paese. Infatti, se possono essere sufficienti per azzerare il deficit, temporaneamente e solo sulla carta, grazie alle misure inique e al salasso fiscale perpetrato nei confronti dei dipendenti, ci spingeranno sempre più vicino a un potenziale tracollo dell'economia che causerebbe un nuovo crollo delle entrate e nuovamente il ricorso all'inasprimento delle imposte o all'indebitamento.
Entrando nel merito di alcuni provvedimenti possiamo notare come la stella polare dell'equità sia troppo spesso accantonata per fare cassa senza tenere conto delle difficoltà delle famiglie.
Nell'ambito della patrimoniale è stata introdotta un'esenzione sulla prima casa troppo bassa, le dilazioni sono previste solo per chi ha una considerevole quantità di immobili e non per chi ne ha pochi ma è disoccupato o in difficoltà, inoltre risulta totalmente assente la progressività necessaria a far pagare di più a chi ha molto di più.
Dal primo esame della riforma fiscale, che abbiamo avuto l'onore di visionare solo pochi giorni fa, si nota la totale assenza degli strumenti necessari per attuare una seria lotta all'evasione fiscale capace di far pagare le tasse a tutti e per contro un aumento spropositato delle tasse per i lavoratori dipendenti.
L'unica "non soluzione" praticata dalla classe politica dirigente, in questi anni, riguarda l'esaurimento di tutte le risorse liquide dello stato. Infatti, siamo passati in pochi anni da 270 milioni a 70 milioni di liquidità (soldi in cassa), ed oggi vengono paventati rischi importanti considerando che servono quasi 15 milioni al mese per mantenere il Settore Pubblico Allargato.
L'unica "soluzione" paventata da questo Governo è la creazione dell'Istituto Finanziario Pubblico per mettere sul mercato i Beni Pubblici e ricavare liquidità per mantenere la Spesa Pubblica.
Salasso fiscale sui redditi certi, nessun intervento per ridurre la spesa e debiti: la ricetta più facile, seguita da diversi Paesi nostri vicini. Peccato che siano tutti andati a finire molto male e peccato che questo scellerato Governo ci stia conducendo sulla stessa via.
Civico 10
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