Il documento sarà votato lunedì, in Consiglio Provinciale, ma già ha scatenato reazioni e polemiche. Forlì-Cesena mira ad assumere il ruolo di guida nella futura provincia romagnola, una rivendicazione che unisce i due schieramenti e raccoglie le firme congiunte di PD e PdL e delle altre forze rappresentate in Consiglio Provinciale, ad eccezione di Rifondazione Comunista assente dalla riunione. Alla base delle motivazioni della richiesta di diventare il capoluogo della nuova provincia ci stanno le condizioni di densità abitativa. I due Comuni di Forlì e Cesena contano un numero di abitanti maggiore a quelli di Ravenna e Rimini messi insieme, e questo, a parere dei firmatari, determina le condizioni per la scelta del Capoluogo. Poi c'è la questione delle sedi governative, con la conservazione di prefettura e tribunale, anche questa ragione addotta per interpretare la legge istitutiva della nuova provincia. Insomma una rivendicazione in piena regola, accolta con fastidio dal presidente riminese, Stefano Vitali: “Non ci saremmo mai sognati di presentare un ordine del giorno di questo tipo - ha commentato – è una richiesta che non aiuta il dialogo ma che abbassa notevolmente il livello della discussione”. Vitali ricorda che ci sono una serie di questioni importanti da risolvere, come quelle che riguardano, ad esempio, i servizi sanitari. “O la classe dirigente si mette al lavoro sul serio – bacchetta Vitali - o con questi campanilismi facciamo il gioco di chi ci vuole morti”
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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