“Gli equilibri in Consiglio sono mutati, parte della minoranza si è addolcita”. Mimma Zavoli di Civico Dieci, solo ieri lanciava l'allarme sulle ultime mosse a Palazzo. Non è un mistero il feeling ritrovato fra Psd e Partito Socialista, nel nome delle forze riformiste e sulla spinta di quel patto di legislatura a cui i socialisti si appellano per coinvolgere nell'abbraccio chi – dicono – ha cultura di Governo. Poi c'è l'avvicinamento di Ap e Upr. Oggi, su Tribuna, si legge della nascita di un nuovo centro. “Ancora nessun patto”, precisa Mario Venturini. Vero è che se ne parla da tempo, incontri ce ne sono stati, tre ravvicinati. Non è insomma un mistero – dice - che entrambi stiano lavorando alla creazione di una nuova aggregazione politica, a qualcosa di nuovo, magari aperto ad altre forze. “Vogliamo superare l'esperienza del nostro movimento e andare oltre. Con Alleanza Popolare ci sono intese interessanti ”, chiarisce Nicola Selva degli Upr. Insomma, un discorso in divenire, al di là delle intese contingenti. Anche se qualcuno, all'interno dei partiti di maggioranza, ci crede poco che l'operazione vada a buon fine. Elezioni anticipate? Tutto dipende dai nostri alleati – dice Venturini, a come daranno corpo al documento di verifica. A proposito di alleati e intese contingenti, la Dc lunedì scioglierà probabilmente le riserve, in Direzione, sul Patto di legislatura. La proposta socialista “di responsabilità” piace a molti nella maggioranza.
Ma c'è anche chi guarda oltre, a quelle che potrebbero essere coalizioni future. Da tempo si parla di semplificazione, ma la situazione attuale vede in Consiglio nove fra movimenti e partiti più tre consiglieri indipendenti. Senza dimenticare due movimenti politici extra consiliari. “Se non c'è modo di trovare una sintesi e mettere in secondo piano i personalismi e la difesa di piccoli raggruppamenti – dice Gerardo Giovagnoli del Psd – si aggraverà l'incapacità della politica di dare risposte al paese”.
Ma c'è anche chi guarda oltre, a quelle che potrebbero essere coalizioni future. Da tempo si parla di semplificazione, ma la situazione attuale vede in Consiglio nove fra movimenti e partiti più tre consiglieri indipendenti. Senza dimenticare due movimenti politici extra consiliari. “Se non c'è modo di trovare una sintesi e mettere in secondo piano i personalismi e la difesa di piccoli raggruppamenti – dice Gerardo Giovagnoli del Psd – si aggraverà l'incapacità della politica di dare risposte al paese”.
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