Il riordino della pubblica amministrazione è un obiettivo prioritario. Ad affermarlo non solo il Governo o le categorie economiche, ma anche le organizzazioni sindacali. Un tema ricorrente, che da diversi anni attende risposte concrete. Adesso – a quanto pare – i tempi sono maturi e gli interventi non più rimandabili. Per venerdì 9 gennaio è già fissato un incontro fra Governo e Sindacati, per attivare il confronto in materia. Al centro dei primi colloqui il contratto privatistico, ma sicuramente si getteranno le basi per un esame allargato. Da rivedere c’è l’intero assetto del pubblico impiego, la dotazione organica, l’utilizzo del personale, l’annoso nodo della mobilità. La CSU ha pronto un proprio piano di intervento, con il potenziamento di alcuni settori, visto l’arricchimento dei servizi offerti e il possibile ridimensionamento in alcuni uffici, ma prima vuole vederci chiaro su alcuni punti. Il Governo, di contro, ha già impostato una visione di intervento, che preveda la prosecuzione della razionalizzazione, un contenimento degli sprechi non solo in termini di risorse economiche, una ricerca assoluta della efficienza della pubblica amministrazione, considerata un motore importante per lo sviluppo del paese.
I rappresentanti dei lavoratori chiedono di affrontare in primo luogo il fabbisogno del contratto privatistico, per arrivare all’assunzione a tempo indeterminato del personale che da qualche anno ricopre posti vacanti, poi la definizione dei criteri che dovranno ispirare la riorganizzazione del pubblico impiego. Da definire, sempre per la CSU, ci sono anche i criteri di inquadramento per il precariato interno, la conferma degli incarichi in scadenza, la verifica dei vari distacchi amministrativi, la determinazione dei criteri per la carriera interna considerato l’imminente riorganizzazione.
I rappresentanti dei lavoratori chiedono di affrontare in primo luogo il fabbisogno del contratto privatistico, per arrivare all’assunzione a tempo indeterminato del personale che da qualche anno ricopre posti vacanti, poi la definizione dei criteri che dovranno ispirare la riorganizzazione del pubblico impiego. Da definire, sempre per la CSU, ci sono anche i criteri di inquadramento per il precariato interno, la conferma degli incarichi in scadenza, la verifica dei vari distacchi amministrativi, la determinazione dei criteri per la carriera interna considerato l’imminente riorganizzazione.
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