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I partiti di maggioranza sull'esito dei referendum

17 mar 2008
Palazzo Pubblico
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Giovanni Lonfernini, coordinatore dei Democratici di Centro: “Il fronte del si ha perso sonoramente. Siamo soddisfatti perché fin dalla prima ora abbiamo parlato di 4 no ragionati, differentemente da altri partiti che hanno scelto posizioni più ambigue. Chi voleva trasformare il referendum in uno strumento per mandare a casa qualcuno, è stato sconfessato dalla cittadinanza”.
Il Partito dei Socialisti e dei Democratici esprime soddisfazione. Sul totale del corpo elettorale – recita una nota - soltanto poco più del 20% degli aventi diritto al voto si è espresso a favore del Sì a fronte di quasi un 80% di cittadini che, attraverso il No, la scheda bianca, la scheda nulla e la non partecipazione al voto, hanno confermato di non condividere le proposte promosse. Il Psd auspica una riflessione sulla normativa che regola l’istituto del referendum considerando che nelle ultime tre tornate referendarie si è recato a votare poco più di un terzo del corpo elettorale, non per disaffezione alla politica, ma – afferma il PSD - per scarso interesse rispetto ai quesiti proposti.
Mario Venturini, Ap: “un’affluenza così bassa, dovrebbe essere oggetto di riflessione. E comunque, l’appello a restare a casa è stato irresponsabile. Forse dovremmo riflettere sui meccanismi del referendum. Si potrebbe pensare ad una eliminazione del quorum e contestualmente all’innalzamento delle firme necessarie per proporre i quesiti”.
Sinistra Unita – recita una nota - forte del risultato referendario e data anche la volontà espressa da altri componenti di maggioranza, si adopererà per avviare un serio confronto in materia di lavoro e per l’attuazione di riforme che impediscano lo sfruttamento e garantiscano più sicurezza e diritti per ogni lavoratore. Auspica, inoltre, una riflessione sull’istituto referendario, strumento fondamentale di ogni democrazia compiuta, oggi fortemente limitato dal quorum necessario per renderlo valido.

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