Berlusconi promette che proporrà al Quirinale la prossima settimana il successore di Alfano al ministero della Giustizia. Ma Napolitano è scettico: “Mi pare che il governo abbia altri problemi”, dice il presidente della Repubblica invitando i magistrati ad essere “inappuntabili” per vanificare “attacchi inammissibili” nei loro confronti. Il Capo dello Stato bolla come “dietrologie fanta- Istituzionali” le voci di un suo “commissariamento” di fatto del governo. “Si doveva dare prova di coesione. Non ho invaso o occupato alcuno spazio o ruolo che non fosse il mio”, sostiene, auspicando “la semplificazione dell' architettura istituzionale”. Un appello, questo, a cui il governo risponde con un primo ok alla riforma costituzionale di Calderoli, che prevede fra l’altro il taglio del numero dei parlamentari, il Senato federale e l’aumento dei poteri del premier. Berlusconi chiede sostegno all’opposizione, ma ne raccoglie una risposta tiepida. Intanto, salta il chiarimento tra il premier e Bossi. Doveva andare in scena in Consiglio dei ministri, ma il Senatur non c’era per motivi di salute. Berlusconi lancia messaggi rassicuranti sulla tenuta del governo, ribadendo che il suo rapporto con i leghisti è saldo. Ma l’opposizione non ci crede: il Terzo Polo si candida unito a reggere il dopo-Berlusconi per una “grande coesione nazionale”, con Fini che chiede alla maggioranza di indicare un premier alternativo al Cavaliere. E il Pd, diviso all’interno dopo le mancate dimissioni da senatore del dalemiano Alberto Tedesco, guarda ad un’alleanza con l’estrema sinistra e poi con l’Udc.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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