Mentre gli spread volano, il governo italiano mette mano alla crescita promessa da Monti al Parlamento. Dopo la prima visita a Roma del neo presidente francese Hollande, che con il professore consolida l’asse per la crescita all’interno dell’Unione europea contro la crisi, domani il Consiglio dei ministri varerà il decreto sviluppo, con incentivi ma anche norme per ridurre la durata dei processi. Le risorse necessarie verrebbero non solo dalla spending review, che pure domani sarà discussa in Consiglio dei ministri, ma soprattutto da un piano di dismissioni di beni pubblici. Arriverebbe a pesare fino a 500 miliardi di euro, rappresentando per Corrado Passera “una leva per lo sviluppo del Paese”. Insomma, mentre il debito pubblico cresce e le entrate fiscali restano al palo, Monti cammina lungo il sentiero stretto della partita anticrisi, preparandosi ad un intenso tour internazionale. Un percorso accidentato dal rischio di una mozione di sfiducia individuale contro il ministro Fornero, bersaglio di una protesta con feriti al centro di Roma; ma anche dal tormentone Giustizia. Dopo le tre fiducie di ieri, la Camera ha approvato la legge anticorruzione anche grazie a un sostegno non del tutto convinto di Pdl e Pd che hanno detto sì per senso di responsabilità. Tuttavia, Gianfranco Fini non prevede un futuro roseo per le nuove norme, che rischiano di restare sepolte in Senato dall’atteggiamento del Pdl. Emblematiche le parole di Cicchitto, che accusa il governo di aver “ammanettato” con la fiducia il Parlamento. E giurando che il partito di Berlusconi farà di tutto per cambiare le norme a Palazzo Madama, il capogruppo del Pdl annuncia battaglia sulla responsabilità dei giudici.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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