In Parlamento oggi la maggioranza mastica amaro: per le assenze nei banchi di Pdl e Lega in Senato il centrodestra viene battuto due volte sul disegno di legge anticorruzione. E la Lega non vota per l'obbligo di giurare fedeltà alla Costituzione per chi assume cariche pubbliche. L'opposizione esulta e chiede il ritiro del provvedimento. "Il governo tragga le conseguenze, questa maggioranza è senza più prospettive", dice dal Pd Bersani mentre il Terzo polo parla di "sconfitta epocale" per il governo e Di Pietro chiede che ad occuparsi di corruzione siano solo i magistrati e non i politici. "Il governo è stato battuto perché ormai è sotto la tenda ad ossigeno", tuona l'ex Pm. Ma il presidente del Senato Schifani ammonisce: "l'esame del testo procede per dare risposte ai cittadini". Intanto nella notte nuovo vertice tra Berlusconi e Bossi. Al leader del Carroccio il presidente del Consiglio ribadisce che i ministeri non si sposteranno al nord: al massimo fuori Roma il governo aprirà sedi di rappresentanza. In un faccia a faccia con il leader della Lega a cui non è stato ammesso neanche il neo segretario del Pdl Alfano, il presidente del Consiglio continua a ricucire con l'alleato che il 18 giugno al raduno di Pontida potrebbe riservare al governo a sorpresa qualche tiro mancino. D'altra parte, al Cavaliere Bossi lancia sul referendum un segnale rassicurante: il senatur, domenica non andrà a votare. Un impegno, questo, gradito a Berlusconi, che spera nel non raggiungimento del quorum né sul nucleare né sull'abolizione del legittimo impedimento. A votare, invece, andrà il presidente della Camera Fini.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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