Mentre il governo incassa sì la fiducia alla Camera sul decreto milleproroghe senza il sostegno dell’Italia dei valori e si accinge a varare il decreto Passera sulla semplificazione, nel centrodestra il barometro segna tempesta. Volano parole grosse a distanza, nel Transatlantico di Montecitorio, tra Berlusconi e Bossi, ormai ai ferri corti. "Berlusconi è un pò una mezza cartuccia, ha paura", dice il leader della Lega, secondo cui "c'è tutto un Paese che vuole strozzare Monti e lui ha paura di mandarlo via". E il senatur ripete il suo “aut aut” al Cavaliere: "O cade il governo Monti oppure cade la Lombardia" guidata da Formigoni. Ma la replica il leader del Pdl, che non intende staccare la spina a Monti, non si fa attendere: "Chi è stato responsabile dando il suo sostegno al governo non può tirarsi indietro. Senza esser stato sfiduciato mi sono fatto indietro con responsabilità ed eleganza; ed oggi quelle ragioni sussistono ancora", sostiene il Cavaliere, che sulla frattura con la Lega minimizza, e promette: “al momento opportuno il centrodestra sarà unito”. Per Berlusconi è “difficile avanzare critiche fondate” al governo Monti; soprattutto in un momento in cui non sono in vista per l’Italia “motivi di ottimismo e serenità”. Neanche il Pd, con Bersani che vede rasserenarsi i rapporti a sinistra con Di Pietro e Vendola, crede in un passo indietro di Berlusconi, che è però pressato anche da parte del Pdl in sofferenza nel sostegno a Monti. E il presidente del Consiglio, dopo un faccia a faccia con il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo per fermare la protesta che blocca l’Isola da giorni, incontra Napolitano e si prepara all’incontro di lunedì con Merkel e Sarkozy prima del consiglio europeo di Bruxelles.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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