“L'Italia non ce la può fare da sola a superare la crisi”: parola del Fondo monetario internazionale che plaude alla “forte correzione dei conti” fatta dal governo. Ma ammonisce: “Ora servono le riforme strutturali”. E Monti coglie la palla al balzo per sottolineare che la crisi è un problema di tutta l’Europa, e non colpisce solo Roma o Atene. Al vertice Ecofin a Bruxelles il presidente del Consiglio sottolinea che “Crescita e occupazione” devono diventare “sempre più un tema al centro del dibattito europeo”. “Sul rigore accompagnato da crescita e occupazione in Italia stiamo facendo la nostra parte”, rivendica il presidente del Consiglio, che domani parlerà alla Camera e si dice sicuro “degli sforzi di tutti gli italiani” rispetto alle riforme varate dal governo. “Se ci mettiamo tutti insieme a farli, i sacrifici saranno minori e i risultati maggiori e più veloci”, prevede, annunciando che il governo “intende agire in modo spedito”.
Ma fortissima è la pressione sul governo e sui partiti da parte delle categorie che protestano contro le misure varate: dai camionisti ai benzinai, che confermano una serrata di dieci giorni, fino ai tassisti. Forse è anche per questo che il governo si accinge a porre la questione di fiducia alla Camera sul testo del decreto milleproroghe che entro domani sarà varato in commissione. L’obiettivo di Palazzo Chigi è blindare le misure, evitando che il passaggio in aula apra una voragine sul versante delle risorse: un percorso che è stato già sperimentato sulla manovra e che potrebbe essere ripetuto anche sulle liberalizzazioni. E nel centrodestra prove di dialogo tra Berlusconi e Bossi, anche se il faccia a faccia di ieri tra il Senatur ed il Cavaliere non avrebbe appianato le divergenze tra Pdl e Lega.
Da Roma Francesco Bongarrà
Ma fortissima è la pressione sul governo e sui partiti da parte delle categorie che protestano contro le misure varate: dai camionisti ai benzinai, che confermano una serrata di dieci giorni, fino ai tassisti. Forse è anche per questo che il governo si accinge a porre la questione di fiducia alla Camera sul testo del decreto milleproroghe che entro domani sarà varato in commissione. L’obiettivo di Palazzo Chigi è blindare le misure, evitando che il passaggio in aula apra una voragine sul versante delle risorse: un percorso che è stato già sperimentato sulla manovra e che potrebbe essere ripetuto anche sulle liberalizzazioni. E nel centrodestra prove di dialogo tra Berlusconi e Bossi, anche se il faccia a faccia di ieri tra il Senatur ed il Cavaliere non avrebbe appianato le divergenze tra Pdl e Lega.
Da Roma Francesco Bongarrà
Riproduzione riservata ©