Il decreto Sviluppo, un’accelerazione alla legge sulle intercettazioni, il vertice di Bankitalia: sono i temi del vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli il giorno dopo la bocciatura alla Camera della mozione di sfiducia per il ministro Romano. Un vertice che, proprio mentre il governo viene ancora una volta battuto alla Camera per le ormai solite assenze tra i banchi di maggioranza, vara una sorta di “cabina di regia”: dovrà presentare entro due settimane a Tremonti le proposte di maggioranza per un decreto sviluppo contro la crisi. Non è però detto che il ministro dell’Economia, solo formalmente riappacificato con Berlusconi ma in realtà sempre arroccato sull’”asse del nord” con Bossi, inserirà quelle indicazioni nel decreto su infrastrutture e privatizzazioni da varare a metà ottobre insieme alla legge di stabilità. Intanto continua il braccio di ferro tra Berlusconi e Tremonti sul successore di Draghi alla Banca d’Italia. “Serve un accordo politico prima di presentare un nome", sostiene il premier annunciando un nuovo vertice dedicato solo a questo tema. E dalla maggioranza avanti tutta sulle intercettazioni. Per il cavaliere bisogna far presto. “La priorità è fare in fretta” per il guardasigilli Palma, che auspica il sì definitivo entro la prossima settimana alla Camera di quella che le opposizioni bollano come una “legge bavaglio”. Il Pd, lacerato dal rifiuto dei radicali di votare la sfiducia a Romano, annuncia battaglia. E domani verranno presentate in Cassazione le firme raccolte dall’opposizione per il referendum sulla riforma della legge elettorale. “Saranno quasi un milione”, annuncia Di Pietro.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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