“Un progetto da valutare con attenzione - commenta Mario Venturini di Alleanza Popolare - anche perché arriva da un personaggio di primo piano nella lotta contro questo tipo di malavita. Se non altro farebbe capire ai sammarinesi che il nostro Paese non è immune da infiltrazioni malavitose”.
“E’ una lotta che deve vedere l’impegno di tutti - sottolinea per la lista del Pdcs Pasquale Valentini - e che va combattuta su due fronti: combattendo le realtà malavitose e intervenendo sul sistema economico perché abbia gli anticorpi per far fronte a questo tipo di pericoli”. “Meglio prevenire che curare - aggiunge Angela Venturini dell’Unione del Moderati. I nostri confini non sono impermeabili e dobbiamo avere gli strumenti per intervenire immediatamente”.
“Diciamo da tempo - sottolinea Augusto Casali della Lista per la Libertà - che San Marino si trova in un’area geografica dove è illusorio pensare che non ci possono essere infiltrazioni mafiose. La proposta di Vigna - conclude - deve essere accettata e fatta proprio dal governo che verrà e da tutte le forze politiche”. “Se il nostro Pese corre rischi di questo tipo - commenta Claudio Felici del Psd - non si deve mettere la testa sotto la sabbia, ma occorre trovare gli strumenti più opportuni e che possono essere diversi, come un collegamento con chi, questa realtà, già la combatte”. “Una proposta estremamente interessante - secondo Ivan Foschi di Sinistra Unita - che rilancia l’idea di una commissione di studio sulla criminalità organizzata, per valutare concretamente i rischi, raccogliere i dati economici e sociali e che può essere di supporto ad attività investigativa vera e propria”.
“Aldilà della validità della proposta di Vigna - commenta Giovanni Lonfernini dei Ddc - non di devono esasperare i toni. Questo non significa - aggiunge - che San Marino di fronte al rischio di infiltrazioni mafiose non debba fare nulla. Vanno rafforzati gli strumenti di controllo, ma ogni proposta va contestualizzata e la nostra realtà e ben diversa da quella italiana anche se nelle zone limitrofe la presenza di infiltrazioni mafiose è una realtà”.
“E’ una lotta che deve vedere l’impegno di tutti - sottolinea per la lista del Pdcs Pasquale Valentini - e che va combattuta su due fronti: combattendo le realtà malavitose e intervenendo sul sistema economico perché abbia gli anticorpi per far fronte a questo tipo di pericoli”. “Meglio prevenire che curare - aggiunge Angela Venturini dell’Unione del Moderati. I nostri confini non sono impermeabili e dobbiamo avere gli strumenti per intervenire immediatamente”.
“Diciamo da tempo - sottolinea Augusto Casali della Lista per la Libertà - che San Marino si trova in un’area geografica dove è illusorio pensare che non ci possono essere infiltrazioni mafiose. La proposta di Vigna - conclude - deve essere accettata e fatta proprio dal governo che verrà e da tutte le forze politiche”. “Se il nostro Pese corre rischi di questo tipo - commenta Claudio Felici del Psd - non si deve mettere la testa sotto la sabbia, ma occorre trovare gli strumenti più opportuni e che possono essere diversi, come un collegamento con chi, questa realtà, già la combatte”. “Una proposta estremamente interessante - secondo Ivan Foschi di Sinistra Unita - che rilancia l’idea di una commissione di studio sulla criminalità organizzata, per valutare concretamente i rischi, raccogliere i dati economici e sociali e che può essere di supporto ad attività investigativa vera e propria”.
“Aldilà della validità della proposta di Vigna - commenta Giovanni Lonfernini dei Ddc - non di devono esasperare i toni. Questo non significa - aggiunge - che San Marino di fronte al rischio di infiltrazioni mafiose non debba fare nulla. Vanno rafforzati gli strumenti di controllo, ma ogni proposta va contestualizzata e la nostra realtà e ben diversa da quella italiana anche se nelle zone limitrofe la presenza di infiltrazioni mafiose è una realtà”.
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