La democrazia italiana non ammette la secessione, che è fuori dalla storia e dalla realtà. E il popolo padano non esiste. Parola di Giorgio Napolitano che, dalla sua Napoli, dove si trova in visita, lancia un siluro alla Lega dopo le sparate di Bossi a Pontida.
Il capo dello Stato non ha mezze misure: "Nell'ambito della Costituzione e delle leggi non c'è spazio per una via democratica alla secessione", dice aggiungendo che "non c'è un popolo padano". Non nomina Bossi, ma chiaramente il presidente Napolitano si riferisce al senatur quando definisce “grottesco” il proposito di Bossi per uno Stato Lombardo-Veneto ed osserva: "Si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della storia". Ma il presidente della Repubblica parla anche della necessità di una nuova legge elettorale. Un auspicio che arriva proprio poco dopo la presentazione in Cassazione di un milione 200mila firme per un referendum che cancelli il “porcellum”. I promotori sono quasi increduli del risultato raggiunto in pochi mesi, e parlano di “miracolo popolare”. Il referendum, tuttavia, potrebbe saltare se si andasse ad elezioni anticipate: un’ipotesi che si fa sempre più strada anche nel Pdl malgrado Berlusconi, impegnato nel braccio di ferro con Tremonti sul nuovo vertice della Banca d’Italia, si dica fiducioso sulla tenuta della sua maggioranza in Parlamento. Ma, se oggi i vescovi in qualche modo stemperano l’attacco di qualche giorno fa al governo, oggi il premier riceve un vero e proprio ultimatum dagli industriali: 2Se le nostre proposte non andranno avanti" Confindustria valuterà "se non stare più ai tavoli", chiude dura la presidente Marcegaglia.
Francesco Bongarrà
Il capo dello Stato non ha mezze misure: "Nell'ambito della Costituzione e delle leggi non c'è spazio per una via democratica alla secessione", dice aggiungendo che "non c'è un popolo padano". Non nomina Bossi, ma chiaramente il presidente Napolitano si riferisce al senatur quando definisce “grottesco” il proposito di Bossi per uno Stato Lombardo-Veneto ed osserva: "Si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della storia". Ma il presidente della Repubblica parla anche della necessità di una nuova legge elettorale. Un auspicio che arriva proprio poco dopo la presentazione in Cassazione di un milione 200mila firme per un referendum che cancelli il “porcellum”. I promotori sono quasi increduli del risultato raggiunto in pochi mesi, e parlano di “miracolo popolare”. Il referendum, tuttavia, potrebbe saltare se si andasse ad elezioni anticipate: un’ipotesi che si fa sempre più strada anche nel Pdl malgrado Berlusconi, impegnato nel braccio di ferro con Tremonti sul nuovo vertice della Banca d’Italia, si dica fiducioso sulla tenuta della sua maggioranza in Parlamento. Ma, se oggi i vescovi in qualche modo stemperano l’attacco di qualche giorno fa al governo, oggi il premier riceve un vero e proprio ultimatum dagli industriali: 2Se le nostre proposte non andranno avanti" Confindustria valuterà "se non stare più ai tavoli", chiude dura la presidente Marcegaglia.
Francesco Bongarrà
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