I 4 ormai ex democristiani si presentano all’aula e annunciano il nome con il quale porteranno avanti il nuovo impegno politico: si chiameranno Europopolari per San Marino.
A parlare è il neo capogruppo, Federico Bartoletti, che ricorda le ragioni della scelta e conferma la volontà di dare vita ad una costituente popolare, laica e riformista. “Toccherà a questo soggetto politico - spiega - realizzare la coalizione elettorale, che operi su un programma ben preciso. Non comprendiamo come si possa oggi parlare di poli quando ancora il quadro non è ben chiaro. Oggi – ha aggiunto – siamo nella fase preliminare del cambiamento democratico, all’inizio della seconda Repubblica. Non condividevamo questo cambiamento radicale – ha sottolineato Bartoletti – sarebbe stato sufficiente un adeguamento del proporzionale, ma non ci arroccheremo nella sterile nostalgia del passato. Per progettare il futuro – ha affermato lanciando anche un messaggio critico – non serve la testa nel passato ma si devono saper affrontare le sfide che si presentano”.
E la risposta della Democrazia cristiana non si è fatta attendere: il segretario Pasquale Valentini ha ricordato la collaborazione con Noi sammarinesi, i Popolari, e Alleanza nazionale, insieme al dialogo aperto con il Nuovo partito socialista e i Sammarinesi per la libertà. “Continuiamo – ha aggiunto – a pungolare Alleanza popolare e quelle componenti dei Socialisti e democratici che non pongono una pregiudiziale nei confronti della DC”. Valentini si è rivolto agli ex amici con alcune domande pungenti: “come mai – chiede – pur registrando questi nostri impegni si prendono le distanze e questo – aggiunge – da che logica nasce? E’ una distanza dai contenuti o dalla leadership che il congresso ha chiaramente indicato, oppure ci sono altre ragioni? La vera sfida della politica – ha dichiarato il segretario democristiano – è rendere più efficace il nostro rapporto con la società. In crisi mi sembra ci sia la rappresentanza politica e quello che sta accadendo deve farci riflettere. Non sentire il legame imprescindibile con chi ci ha delegato a rappresentare certe forze – ha polemizzato – mi sembra cosa molto grave”.
Ma il nuovo assetto non si esaurisce qui. Ufficializzate in aula le dimissioni del consigliere di Alleanza popolare, Renzo Bonelli, presentate per la difficoltà di gestire, contestualmente, impegno politico e doveri professionali. “Auspichiamo in un ripensamento”, ha dichiarato il capogruppo Fernando Bindi. Se Bonelli resterà fermo sulla sua decisione, la prossima sessione consigliare vedrà l’ingresso del primo dei non eletti: Carlo Franciosi.
A segnare il comma comunicazioni alcuni argomenti e ordini del giorno. Claudio Podeschi torna sulla vicenda dei giochi e ribadisce l’apertura di un’indagine della guardia di finanza sulle società di gestione italiane, “come risulta – dichiara – da un documento del Senato. Valuteremo l’esito di questa indagine - ha dichiarato - poi torneremo ad incalzare il Consiglio Grande e Generale per conoscere le ragioni della scelta della società che poi ha rinunciato, quali siano stati i criteri adottati, se non ci sia stata una strategia, in realtà, per consentire scelte diverse da quelle annunciate”.
A sollevare il tema radiotelevisivo è stato il consigliere dei Popolari, Romeo Morri, che ha ricordato la scadenza dell’accordo con l’Italia in materia e la trattativa aperta per il rinnovo. “Occorrono – ha dichiarato – scelte politiche molto precise”. Con un ordine del giorno Morri chiede di impegnare il parlamento ad un dibattito specifico entro il mese di luglio, “che dovrà articolarsi – spiega – sulla base di un preciso riferimento del Congresso di Stato”.
Un documento firmato anche da Alleanza nazionale, la quale annuncia la propria adesione. Gabriele Gatti dichiara: “mi risulta sia stata inviata la disdetta italiana all’accordo del 1991 e che la Rai si stia disimpegnando dalla società mista, mentre – rivela – sembra ci siano trattative aperte con privati”.
Un tema, quello del futuro dell’emittente radiotelevisiva, sul quale anche Gatti chiede la massima attenzione.
Due ordini del giorno presentati anche dai Democratici di centro, perché sia elaborato un progetto integrato di sicurezza stradale e per rinvitare il Governo a valutare la possibilità di instaurare rapporti diplomatici con la Bielorussia, considerato che da molti anni vengono accolti a San Marino bambini bielorussi per i cosiddetti programmi di risanamento.
E di politica estera si è parlato negli interventi che sono succeduti al riferimento del Segretario di Stato sul semestre di presidenza del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. Ricordati da Stolfi i risultati raggiunti nei sei mesi a Strasburgo, gli appuntamenti e le iniziative favorite da San Marino, gli effetti positivi di queste e il segno lasciato nel contesto internazionale. “San Marino – ha detto – ha dimostrato in tutte le sue espressioni di essere all’altezza del proprio ruolo. E’ stata un’esperienza positiva per il nostro paese che ha rafforzato la propria immagine all’esterno. Ci siamo ritagliati un ruolo diplomatico di non poco conto. Mi auguro – ha sostenuto – che questa esperienza non cada nel vuoto ma che ci consenta di fare passi in avanti, che questo semestre non sia stato un punto di arrivo ma di partenza per una rinnovata e sempre più qualificata presenza internazionale di San Marino. Che ci spinga ad osare di più, a fare in modo che il nostro paese possa continuare ad essere un luogo dove i rappresentanti degli altri paesi si incontrano e possono mandare nel mondo messaggi di pace, giustizia ed uguaglianza”.
Apprezzamenti diffusi negli interventi in aula, da parte di due ex segretari agli esteri, come Gatti e Berardi, dal Nuovo partito socialista, per voce di Maurizio Rattini, dalla collega di Governo Valeria Ciavatta, che ha invitato ad intensificare gli sforzi e le iniziative su certi temi, come quello, ad esempio, della violenza contro le donne, della tutela dei diritti dei più deboli e a pensare più in grande rispetto alle nostre dimensioni. Dagli Europopolari il plauso più convinto per questo semestre e l’invito a portare avanti ulteriori iniziative per il dialogo interculturale. Giudizio positivo quello dei Democratici di centro, che si augurano che questo clima segni l’intera vita politica, da Sinistra unita, dal Partito dei socialisti e dei democratici. Una condivisione e soddisfazione insomma che ha attraversato l’intero arco consigliare con apprezzamenti anche nei confronti di tutti i funzionari e diplomatici che hanno consentito di raggiungere un simile risultato.
A parlare è il neo capogruppo, Federico Bartoletti, che ricorda le ragioni della scelta e conferma la volontà di dare vita ad una costituente popolare, laica e riformista. “Toccherà a questo soggetto politico - spiega - realizzare la coalizione elettorale, che operi su un programma ben preciso. Non comprendiamo come si possa oggi parlare di poli quando ancora il quadro non è ben chiaro. Oggi – ha aggiunto – siamo nella fase preliminare del cambiamento democratico, all’inizio della seconda Repubblica. Non condividevamo questo cambiamento radicale – ha sottolineato Bartoletti – sarebbe stato sufficiente un adeguamento del proporzionale, ma non ci arroccheremo nella sterile nostalgia del passato. Per progettare il futuro – ha affermato lanciando anche un messaggio critico – non serve la testa nel passato ma si devono saper affrontare le sfide che si presentano”.
E la risposta della Democrazia cristiana non si è fatta attendere: il segretario Pasquale Valentini ha ricordato la collaborazione con Noi sammarinesi, i Popolari, e Alleanza nazionale, insieme al dialogo aperto con il Nuovo partito socialista e i Sammarinesi per la libertà. “Continuiamo – ha aggiunto – a pungolare Alleanza popolare e quelle componenti dei Socialisti e democratici che non pongono una pregiudiziale nei confronti della DC”. Valentini si è rivolto agli ex amici con alcune domande pungenti: “come mai – chiede – pur registrando questi nostri impegni si prendono le distanze e questo – aggiunge – da che logica nasce? E’ una distanza dai contenuti o dalla leadership che il congresso ha chiaramente indicato, oppure ci sono altre ragioni? La vera sfida della politica – ha dichiarato il segretario democristiano – è rendere più efficace il nostro rapporto con la società. In crisi mi sembra ci sia la rappresentanza politica e quello che sta accadendo deve farci riflettere. Non sentire il legame imprescindibile con chi ci ha delegato a rappresentare certe forze – ha polemizzato – mi sembra cosa molto grave”.
Ma il nuovo assetto non si esaurisce qui. Ufficializzate in aula le dimissioni del consigliere di Alleanza popolare, Renzo Bonelli, presentate per la difficoltà di gestire, contestualmente, impegno politico e doveri professionali. “Auspichiamo in un ripensamento”, ha dichiarato il capogruppo Fernando Bindi. Se Bonelli resterà fermo sulla sua decisione, la prossima sessione consigliare vedrà l’ingresso del primo dei non eletti: Carlo Franciosi.
A segnare il comma comunicazioni alcuni argomenti e ordini del giorno. Claudio Podeschi torna sulla vicenda dei giochi e ribadisce l’apertura di un’indagine della guardia di finanza sulle società di gestione italiane, “come risulta – dichiara – da un documento del Senato. Valuteremo l’esito di questa indagine - ha dichiarato - poi torneremo ad incalzare il Consiglio Grande e Generale per conoscere le ragioni della scelta della società che poi ha rinunciato, quali siano stati i criteri adottati, se non ci sia stata una strategia, in realtà, per consentire scelte diverse da quelle annunciate”.
A sollevare il tema radiotelevisivo è stato il consigliere dei Popolari, Romeo Morri, che ha ricordato la scadenza dell’accordo con l’Italia in materia e la trattativa aperta per il rinnovo. “Occorrono – ha dichiarato – scelte politiche molto precise”. Con un ordine del giorno Morri chiede di impegnare il parlamento ad un dibattito specifico entro il mese di luglio, “che dovrà articolarsi – spiega – sulla base di un preciso riferimento del Congresso di Stato”.
Un documento firmato anche da Alleanza nazionale, la quale annuncia la propria adesione. Gabriele Gatti dichiara: “mi risulta sia stata inviata la disdetta italiana all’accordo del 1991 e che la Rai si stia disimpegnando dalla società mista, mentre – rivela – sembra ci siano trattative aperte con privati”.
Un tema, quello del futuro dell’emittente radiotelevisiva, sul quale anche Gatti chiede la massima attenzione.
Due ordini del giorno presentati anche dai Democratici di centro, perché sia elaborato un progetto integrato di sicurezza stradale e per rinvitare il Governo a valutare la possibilità di instaurare rapporti diplomatici con la Bielorussia, considerato che da molti anni vengono accolti a San Marino bambini bielorussi per i cosiddetti programmi di risanamento.
E di politica estera si è parlato negli interventi che sono succeduti al riferimento del Segretario di Stato sul semestre di presidenza del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. Ricordati da Stolfi i risultati raggiunti nei sei mesi a Strasburgo, gli appuntamenti e le iniziative favorite da San Marino, gli effetti positivi di queste e il segno lasciato nel contesto internazionale. “San Marino – ha detto – ha dimostrato in tutte le sue espressioni di essere all’altezza del proprio ruolo. E’ stata un’esperienza positiva per il nostro paese che ha rafforzato la propria immagine all’esterno. Ci siamo ritagliati un ruolo diplomatico di non poco conto. Mi auguro – ha sostenuto – che questa esperienza non cada nel vuoto ma che ci consenta di fare passi in avanti, che questo semestre non sia stato un punto di arrivo ma di partenza per una rinnovata e sempre più qualificata presenza internazionale di San Marino. Che ci spinga ad osare di più, a fare in modo che il nostro paese possa continuare ad essere un luogo dove i rappresentanti degli altri paesi si incontrano e possono mandare nel mondo messaggi di pace, giustizia ed uguaglianza”.
Apprezzamenti diffusi negli interventi in aula, da parte di due ex segretari agli esteri, come Gatti e Berardi, dal Nuovo partito socialista, per voce di Maurizio Rattini, dalla collega di Governo Valeria Ciavatta, che ha invitato ad intensificare gli sforzi e le iniziative su certi temi, come quello, ad esempio, della violenza contro le donne, della tutela dei diritti dei più deboli e a pensare più in grande rispetto alle nostre dimensioni. Dagli Europopolari il plauso più convinto per questo semestre e l’invito a portare avanti ulteriori iniziative per il dialogo interculturale. Giudizio positivo quello dei Democratici di centro, che si augurano che questo clima segni l’intera vita politica, da Sinistra unita, dal Partito dei socialisti e dei democratici. Una condivisione e soddisfazione insomma che ha attraversato l’intero arco consigliare con apprezzamenti anche nei confronti di tutti i funzionari e diplomatici che hanno consentito di raggiungere un simile risultato.
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