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In primo piano è sempre lo scontro aperto tra Governo e Banca Centrale

31 dic 2009
In primo piano è sempre lo scontro aperto tra Governo e Banca Centrale
Il prossimo match si giocherà martedì, durante la riunione del Comitato per il credito e il risparmio. Doveva già essere quella, secondo il Governo, l’occasione per affrontare riservatamente i problemi sollevati durante l’Assemblea dei soci di Banca Centrale. Intanto, sul campo, restano le accuse che le due parti si sono lanciate. Prima Biagio Bossone che ha definito ingiustificate e infondate le critiche mosse a Banca Centrale e assordanti i silenzi del Governo. Ha rivendicato il merito di avere evitato conseguenze ben più pesanti, per San Marino, in una situazione difficile e ha rimandato al mittente le critiche di inadeguatezza e di latitanza, invitando a fare osservazioni sui fatti e non sulle congetture. “Operiamo nel rispetto delle leggi e ci impegniamo a farle rispettare – ha detto Bossone - forse per questo diamo fastidio a chi non le vorrebbe”. Difeso anche l’operato del capo della vigilanza, Stefano Caringi. Sulla sua audizione in Procura a Forlì si sono state fatte circolare “voci contrarie alla verità”. Irresponsabili e sorprendenti. Così il Governo ha valutato le dichiarazioni di Banca Centrale. Problemi ci sono ed erano stati posti all’attenzione dell’Assemblea dei soci di lunedì scorso. La reazione, secondo l’Esecutivo, è stata nervosa e ingiustificata. Sulle dichiarazioni di Caringi per il Governo non servono comunicati di solidarietà ma fatti. Soprattutto da Palazzo non si accetta che l’Istituto rivendichi il merito di iniziative che sono assolutamente del Governo. “Abbiamo dato l’anima - hanno detto i Segretari Gatti, Mularoni e Berardi - in un anno di grandi emergenze: dall’Ocse al Moneyval. Banca Centrale c’era anche prima, eppure ci siamo trovati tagliati fuori da tutto. Tra Banca Centrale e gli istituti di credito - ha concluso il Governo - c’era una ruggine tale da non consentire un rapporto sereno. Le cose stanno migliorando ma si deve ancora lavorare parecchio”.

Sonia Tura

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