Riflessioni politiche erano inevitabili alla luce della censura contenuta nel dispositivo finale approvato in Aula a chiusura dell'infuocato dibattito sulla relazione della commissione d'inchiesta sul Cis. E tornano ad agitarsi le acque in casa NPR. Dopo le tensioni sulla giustizia che avevano portato membri del Ps ed esponenti di Noi Sammarinesi a chiedere conto all'alleato per le scelte di Iro Belluzzi, questa volta sono Psd e Md a pretendere un passo indietro, "per dignità – scrivono - della nostra storia", a chi rispose in via primaria al potere grandoniano e che ancora ricopre incarichi pubblici. A quel potere – spiegano i due partiti - furono sacrificati un governo di centro-sinistra e una visione politica. Una frangia, quella grandoniana, che inquinò il Psd. Il comunicato scaturisce da una Direzione congiunta, composta in larga parte da chi aveva un ruolo attivo negli anni 2006/2008 e credeva in quel progetto politico. Nessuno vuole le dimissioni dal Consiglio di Denise Bronzetti, alla quale vengono riconosciute battaglie in contrasto a quel potere da cui negli anni ha preso le distanze. Viene però chiesto al PS di valutare se sia opportuno che rimanga capogruppo. Ma non tutti, in Npr, la vedono allo stesso modo.
Per i rappresentanti di Noi Sammarinesi qualcuno vuole forzare la mano. Gian Nicola Berti parla di vendetta di Marino Grandoni nei confronti della Bronzetti che fece battaglia con Ciavatta e Ugolini – ricorda – affinché non venisse occupato il tribunale. “Grandoni aveva un'arma – dice Berti – e l'ha usata contro di lei". “Evidentemente – conclude - i grandoniani comandano ancora in Repubblica”. Il clima, in NPR, è complesso, con le forze che lo compongono ancora una volta divise sulle decisioni da prendere.
Intanto Libera plaude alla presa di posizione di Psd/Md, ricordando di aver chiesto in Consiglio che si prendessero le distanze dagli ormai celebri “ribelli grandoniani”. Prese di distanza tanto invocate anche da membri della maggioranza ma che – scrive - non ci sono state, se non ora da parte del Psd-Md. Invoca coraggio e fermezza, aspettandosi azioni conseguenti nella richiesta di dimissioni per coloro che sono citati nella relazione e ricoprono incarichi pubblici.