Il Partito dei Socialisti e dei Democratici, nel suo ultimo Congresso di Settembre 2014, ha adottato all’unanimità un documento prodotto dal suo gruppo di progetto per il territorio sulla gestione dei rifiuti, che promuove una strategia “rifiuti zero” supportata dal sistema di raccolta porta a porta su tutto il territorio.
Questa posizione da parte del PSD non è determinata da convinzioni ideologiche o dogmatiche, ma da oggettivi dati di economicità e di vantaggio per gli utenti e per le amministrazioni che hanno adottato il sistema porta a porta nei comuni italiani.
La gestione dei rifiuti, infatti, ha due principali voci di spesa: il costo per l’attività di raccolta dei rifiuti e il costo per l’attività di trattamento e smaltimento. Di conseguenza si adottano le tecnologie più efficienti per minimizzare i costi complessivi delle due attività.
I costi dell’attività di raccolta con l’attuale sistema (prevalentemente con cassonetti stradali, sia per l’indifferenziato che per i materiali riciclabili) ammontano a circa 1.300.000 euro, comprensivi degli affidamenti a terzi (privati) e della stima dei costi imputati al personale dell’AASS dedicato a questa mansione.
Il costo dell’attività di smaltimento dei rifiuti (in discarica o nell’inceneritore) è negli anni aumentato continuamente: nel 2013 San Marino ha pagato oltre 2.000.000 di euro per smaltire i rifiuti in impianti dislocati in Italia (discarica di Sogliano ma anche inceneritore di Ravenna). Quest’anno tali costi subiranno un sensibile aumento a causa dell’attività di pretrattamento (vagliatura e separazione) resasi necessaria per poter ancora conferire i nostri rifiuti agli impianti italiani.
Come fare a risparmiare? Non potendo influire sulla dinamica dei prezzi di smaltimento, possiamo però ridurre i costi riducendo le quantità da conferire: minori rifiuti da portare in discarica significa minori costi di smaltimento. Se riduciamo al 20% i rifiuti che oggi portiamo a smaltimento (ovvero dalle 13.876 tonnellate del 2013 scendiamo a 2.775 tonnellate), risparmiamo circa 1.600.000 euro all’anno.
Come fare a ridurre sostanzialmente la quantità di rifiuti da portare a smaltimento, ovvero ad arrivare a raccolte differenziate dell’ 80% ? Attraverso la raccolta porta a porta, la tecnica che ha dimostrato con molteplici esperienze all’estero, ma anche a Chiesanuova e nel centro storico di Città, di essere la più efficace sia per raggiungere alti volumi di raccolta differenziata sia per ottenere materiali di buona qualità da commercializzare.
Per le raccolte domiciliari occorrono più operatori rispetto alle attuali raccolte con contenitori stradali, sia per le fasi operative vere e proprie che per quelle legate alla comunicazione, perché è fondamentale che i cittadini siano bene informati e contribuiscano separando correttamente i vari materiali. Si stima che con il sistema della raccolta porta a porta per ogni mille abitanti serviti sia necessario un operatore in più: a San Marino vorrebbe dire circa 36 nuovi posti di lavoro.
Inoltre i materiali raccolti in modo differenziato devono essere “valorizzati”: carta e cartone, come metalli e alluminio, trovano un immediato riconoscimento economico sul mercato; per plastiche e vetro occorre una buona qualità dei materiali; per la frazione umida, ovvero gli scarti di cucina, è necessario ricorrere a impianti di trattamento, come le biocelle di cui si sta attrezzando l’AASS. Questi sono costi (e occupazione) di cui tener conto nella valutazione sulla convenienza della raccolta porta a porta.
Ma quindi i costi aumentano con le raccolte porta a porta? Con una efficiente ed efficace organizzazione della raccolta porta a porta il costo è stimabile per San Marino, sulla base di esperienze di altre realtà, intorno a 1.500.000 euro/anno, comprensivi dei costi per le attività di comunicazione. Circa 200.000 euro in più rispetto ai costi stimati per l’attuale sistema di raccolta (1.300.000 euro/anno). A questi maggiori costi sono da aggiungere anche quelli per la trasformazione della frazione umida in compost che, prudenzialmente, possono stimarsi in 700.000 euro/anno. Si hanno quindi maggiori costi complessivi per 900.000 euro/anno. Ma grazie alle raccolte domiciliari abbiamo un risparmio dal mancato conferimento agli impianti di smaltimento di 1.600.000 euro/anno e quindi, in conclusione, un risultato economico positivo di circa 700.000 euro l’anno.
Una volta a regime (su tutto il territorio), il sistema di raccolta porta a porta consente risparmi economici consistenti e un aumento permanente di posti di lavoro. Grazie al sistema di raccolta porta a porta sarà possibile contribuire a ridurre la perdita annuale di esercizio registrata da AASS per il servizio rifiuti, e che nel 2013 ammontava a 1.300.000 euro. Se poi si sarà capaci di concludere accordi con il CONAI (in particolare per le plastiche), sarà possibile riportare in pareggio il bilancio del servizio.
Ma le famiglie spenderanno di più? Oggi la tassa dei rifiuti a San Marino è commisurata ai consumi elettrici e ogni famiglia spende all’anno circa un terzo di quello che mediamente spende una famiglia italiana. Il passaggio al sistema di raccolta porta a porta, una volta a regime, potrebbe quindi consentire di mantenere l’attuale livello di spesa a carico degli utenti nel loro complesso. Ma soprattutto potrà, grazie all’applicazione di un sistema puntuale di tariffazione, consentire una redistribuzione della spesa, a vantaggio di quanti s’impegnano a produrre meno rifiuti, coerentemente al principio “chi inquina paga”: meno rifiuti da mandare a smaltimento produci, meno paghi.
In conclusione
Il porta a porta a regime (su tutto il territorio al più presto) è il sistema che dà migliori risultati economici e di qualità; la tabella allegata evidenzia come diminuiscano i costi pro-capite per gli utenti e aumentino le quantità di raccolta differenziata di qualità, quindi commerciabile come materia prima-seconda.
È un sistema che ci consentirà di rispettare le normative europee sulla differenziazione e di conferire il residuo indifferenziato in Italia senza problemi e aggravio di spese, consolidando anche sotto questo aspetto dopo l'uscita dalla black list la svolta impressa al Paese verso la trasparenza e una maggiore autonomia.
Il sistema porta a porta nel tempo modifica comportamenti e stili di vita, investe sulla testa e sulle braccia degli uomini e delle donne, sulla loro intelligenza, sul loro senso di responsabilità e su alti livelli di partecipazione.
Il valore aggiunto è l’obiettivo di realizzare le condizioni per soddisfare i bisogni umani e sociali impiegando meno risorse, consumando meno energia, riducendo le emissioni in atmosfera e, soprattutto, producendo meno rifiuti. Il risultato sarà un ambiente più vivibile da restituire ai nostri figli.
Comunicato stampa
Questa posizione da parte del PSD non è determinata da convinzioni ideologiche o dogmatiche, ma da oggettivi dati di economicità e di vantaggio per gli utenti e per le amministrazioni che hanno adottato il sistema porta a porta nei comuni italiani.
La gestione dei rifiuti, infatti, ha due principali voci di spesa: il costo per l’attività di raccolta dei rifiuti e il costo per l’attività di trattamento e smaltimento. Di conseguenza si adottano le tecnologie più efficienti per minimizzare i costi complessivi delle due attività.
I costi dell’attività di raccolta con l’attuale sistema (prevalentemente con cassonetti stradali, sia per l’indifferenziato che per i materiali riciclabili) ammontano a circa 1.300.000 euro, comprensivi degli affidamenti a terzi (privati) e della stima dei costi imputati al personale dell’AASS dedicato a questa mansione.
Il costo dell’attività di smaltimento dei rifiuti (in discarica o nell’inceneritore) è negli anni aumentato continuamente: nel 2013 San Marino ha pagato oltre 2.000.000 di euro per smaltire i rifiuti in impianti dislocati in Italia (discarica di Sogliano ma anche inceneritore di Ravenna). Quest’anno tali costi subiranno un sensibile aumento a causa dell’attività di pretrattamento (vagliatura e separazione) resasi necessaria per poter ancora conferire i nostri rifiuti agli impianti italiani.
Come fare a risparmiare? Non potendo influire sulla dinamica dei prezzi di smaltimento, possiamo però ridurre i costi riducendo le quantità da conferire: minori rifiuti da portare in discarica significa minori costi di smaltimento. Se riduciamo al 20% i rifiuti che oggi portiamo a smaltimento (ovvero dalle 13.876 tonnellate del 2013 scendiamo a 2.775 tonnellate), risparmiamo circa 1.600.000 euro all’anno.
Come fare a ridurre sostanzialmente la quantità di rifiuti da portare a smaltimento, ovvero ad arrivare a raccolte differenziate dell’ 80% ? Attraverso la raccolta porta a porta, la tecnica che ha dimostrato con molteplici esperienze all’estero, ma anche a Chiesanuova e nel centro storico di Città, di essere la più efficace sia per raggiungere alti volumi di raccolta differenziata sia per ottenere materiali di buona qualità da commercializzare.
Per le raccolte domiciliari occorrono più operatori rispetto alle attuali raccolte con contenitori stradali, sia per le fasi operative vere e proprie che per quelle legate alla comunicazione, perché è fondamentale che i cittadini siano bene informati e contribuiscano separando correttamente i vari materiali. Si stima che con il sistema della raccolta porta a porta per ogni mille abitanti serviti sia necessario un operatore in più: a San Marino vorrebbe dire circa 36 nuovi posti di lavoro.
Inoltre i materiali raccolti in modo differenziato devono essere “valorizzati”: carta e cartone, come metalli e alluminio, trovano un immediato riconoscimento economico sul mercato; per plastiche e vetro occorre una buona qualità dei materiali; per la frazione umida, ovvero gli scarti di cucina, è necessario ricorrere a impianti di trattamento, come le biocelle di cui si sta attrezzando l’AASS. Questi sono costi (e occupazione) di cui tener conto nella valutazione sulla convenienza della raccolta porta a porta.
Ma quindi i costi aumentano con le raccolte porta a porta? Con una efficiente ed efficace organizzazione della raccolta porta a porta il costo è stimabile per San Marino, sulla base di esperienze di altre realtà, intorno a 1.500.000 euro/anno, comprensivi dei costi per le attività di comunicazione. Circa 200.000 euro in più rispetto ai costi stimati per l’attuale sistema di raccolta (1.300.000 euro/anno). A questi maggiori costi sono da aggiungere anche quelli per la trasformazione della frazione umida in compost che, prudenzialmente, possono stimarsi in 700.000 euro/anno. Si hanno quindi maggiori costi complessivi per 900.000 euro/anno. Ma grazie alle raccolte domiciliari abbiamo un risparmio dal mancato conferimento agli impianti di smaltimento di 1.600.000 euro/anno e quindi, in conclusione, un risultato economico positivo di circa 700.000 euro l’anno.
Una volta a regime (su tutto il territorio), il sistema di raccolta porta a porta consente risparmi economici consistenti e un aumento permanente di posti di lavoro. Grazie al sistema di raccolta porta a porta sarà possibile contribuire a ridurre la perdita annuale di esercizio registrata da AASS per il servizio rifiuti, e che nel 2013 ammontava a 1.300.000 euro. Se poi si sarà capaci di concludere accordi con il CONAI (in particolare per le plastiche), sarà possibile riportare in pareggio il bilancio del servizio.
Ma le famiglie spenderanno di più? Oggi la tassa dei rifiuti a San Marino è commisurata ai consumi elettrici e ogni famiglia spende all’anno circa un terzo di quello che mediamente spende una famiglia italiana. Il passaggio al sistema di raccolta porta a porta, una volta a regime, potrebbe quindi consentire di mantenere l’attuale livello di spesa a carico degli utenti nel loro complesso. Ma soprattutto potrà, grazie all’applicazione di un sistema puntuale di tariffazione, consentire una redistribuzione della spesa, a vantaggio di quanti s’impegnano a produrre meno rifiuti, coerentemente al principio “chi inquina paga”: meno rifiuti da mandare a smaltimento produci, meno paghi.
In conclusione
Il porta a porta a regime (su tutto il territorio al più presto) è il sistema che dà migliori risultati economici e di qualità; la tabella allegata evidenzia come diminuiscano i costi pro-capite per gli utenti e aumentino le quantità di raccolta differenziata di qualità, quindi commerciabile come materia prima-seconda.
È un sistema che ci consentirà di rispettare le normative europee sulla differenziazione e di conferire il residuo indifferenziato in Italia senza problemi e aggravio di spese, consolidando anche sotto questo aspetto dopo l'uscita dalla black list la svolta impressa al Paese verso la trasparenza e una maggiore autonomia.
Il sistema porta a porta nel tempo modifica comportamenti e stili di vita, investe sulla testa e sulle braccia degli uomini e delle donne, sulla loro intelligenza, sul loro senso di responsabilità e su alti livelli di partecipazione.
Il valore aggiunto è l’obiettivo di realizzare le condizioni per soddisfare i bisogni umani e sociali impiegando meno risorse, consumando meno energia, riducendo le emissioni in atmosfera e, soprattutto, producendo meno rifiuti. Il risultato sarà un ambiente più vivibile da restituire ai nostri figli.
Comunicato stampa
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