La legge sulla violenza contro le donne è frutto della campagna del Consiglio d’Europa, avviata durante il semestre di Presidenza di San Marino, alla quale San Marino ha aderito. Il percorso indicato dal Consiglio d’Europa prevedeva un monitoraggio delle legislazioni e un adeguamento delle leggi e delle politiche dei singoli Stati ai principi di tutela contenuti nell’apposita Raccomandazione sulla protezione delle donne vittime della violenza anche domestica, nell’ambito del più ampio capitolo della tutela dei diritti umani.
A San Marino, in linea con le direttive europee, il coordinamento della campagna è stato affidato a Patrizia Busignani, che ha fatto il punto della situazione in territorio evidenziando, dati alla mano, l’esistenza del fenomeno, fino a quel momento quasi del tutto ignorato ed ha attivato tutte le realtà istituzionali ed associative, dei servizi sanitari e sociali, dei servizi giudiziari e di polizia per mettere a regime una rete di supporto alle donne vittime di violenza. Un lavoro approfondito, impegnativo che si è espresso attraverso una pluralità di iniziative di informazione e di sensibilizzazione, nonché di azioni concrete, quali ad esempio il Telefono Rosa, il coordinamento dei servizi interessati, l’avvio di specifici percorsi di formazione rivolti al personale sanitario e di polizia.
E’ vero che, conclusa la campagna e cambiato il Governo, l’attenzione su questi temi si è affievolita, ma è pur vero che l’Authority per le Pari Opportunità, istituita con la legge per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere, ha continuato a lavorare, si sono avute le prime sentenze di condanna degli autori di violenze contro le donne, anche minorenni; l’Authority stessa si è costituita parte civile in diversi procedimenti a conferma di una precisa volontà pubblica di tutela delle vittime di violenza e dei loro figli.
Anche la recente adozione del Decreto attuativo della legge contro la violenza di genere, sia pure tardiva, ha confermato l’impegno dello Stato ed ha concretizzato le misure di tutela e di aiuto alle vittime, prese in carico dai servizi pubblici, alle quali viene garantita anche l’assistenza legale gratuita.
Certo si può fare ancora di più!
Certo, nulla vieta che il servizio pubblico possa collaborare anche con iniziative private di provata professionalità!
Appare, tuttavia, quanto mai strano che candidate della lista di Sinistra Unita, non conoscano cosa effettivamente già esiste sul fronte della tutela delle donne vittime di violenza e che portino l’attenzione su questo tema chiedendo l’attivazione di servizi di fatto già attivi e che usino questo argomento per darsi visibilità politica e professionale nel contesto tutto particolare della campagna elettorale. Ognuno sceglie le strategie che crede per farsi promozione, ma la strumentalizzazione di un lavoro serio, sulla “pelle” di donne con problemi veri, non è cosa ammissibile.
Comunicato stampa - Gruppo donne candidate PSD
A San Marino, in linea con le direttive europee, il coordinamento della campagna è stato affidato a Patrizia Busignani, che ha fatto il punto della situazione in territorio evidenziando, dati alla mano, l’esistenza del fenomeno, fino a quel momento quasi del tutto ignorato ed ha attivato tutte le realtà istituzionali ed associative, dei servizi sanitari e sociali, dei servizi giudiziari e di polizia per mettere a regime una rete di supporto alle donne vittime di violenza. Un lavoro approfondito, impegnativo che si è espresso attraverso una pluralità di iniziative di informazione e di sensibilizzazione, nonché di azioni concrete, quali ad esempio il Telefono Rosa, il coordinamento dei servizi interessati, l’avvio di specifici percorsi di formazione rivolti al personale sanitario e di polizia.
E’ vero che, conclusa la campagna e cambiato il Governo, l’attenzione su questi temi si è affievolita, ma è pur vero che l’Authority per le Pari Opportunità, istituita con la legge per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere, ha continuato a lavorare, si sono avute le prime sentenze di condanna degli autori di violenze contro le donne, anche minorenni; l’Authority stessa si è costituita parte civile in diversi procedimenti a conferma di una precisa volontà pubblica di tutela delle vittime di violenza e dei loro figli.
Anche la recente adozione del Decreto attuativo della legge contro la violenza di genere, sia pure tardiva, ha confermato l’impegno dello Stato ed ha concretizzato le misure di tutela e di aiuto alle vittime, prese in carico dai servizi pubblici, alle quali viene garantita anche l’assistenza legale gratuita.
Certo si può fare ancora di più!
Certo, nulla vieta che il servizio pubblico possa collaborare anche con iniziative private di provata professionalità!
Appare, tuttavia, quanto mai strano che candidate della lista di Sinistra Unita, non conoscano cosa effettivamente già esiste sul fronte della tutela delle donne vittime di violenza e che portino l’attenzione su questo tema chiedendo l’attivazione di servizi di fatto già attivi e che usino questo argomento per darsi visibilità politica e professionale nel contesto tutto particolare della campagna elettorale. Ognuno sceglie le strategie che crede per farsi promozione, ma la strumentalizzazione di un lavoro serio, sulla “pelle” di donne con problemi veri, non è cosa ammissibile.
Comunicato stampa - Gruppo donne candidate PSD
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