Il Psrs è preoccupato e non lo nasconde. La sua analisi è impietosa e parte dalla situazione occupazionale. “Non possiamo consentire che centinaia di sammarinesi vivano nell’incertezza e nella precarietà”, spiega il segretario Simone Celli. Poi ci sono le sofferenze del sistema bancario. L’anno si è aperto nel segno di commissariamenti, liquidazioni coatte, blocchi di pagamenti. “Oggi il principale istituto di credito sammarinese è coinvolto in maniera pesante in un’indagine oltre confine” - osserva, preoccupato, il partito. Ritiene un errore che il governo deleghi le decisioni in nome dell’autonomia di Banca Centrale. “Dovrebbe essere invece la politica ad assumere un ruolo guida”. Il risultato - secondo il Psrs - è un settore finanziario in piena crisi e senza una linea di indirizzo. Altro nodo da sciogliere: i rapporti con l’Italia. Viene criticata la gestione politica della Segreteria Esteri, “fatta di continui annunci e altrettanti rinvii”. Al di là degli incontri a Roma, per il Psrs la prova di un rapporto bilaterale precario è l’assenza di San Marino nel decreto milleproroghe. E lancia una richiesta che ha il sapore della provocazione: “se la firma è tanto vicina, perché non informare il Consiglio dei contenuti dell’accordo?”. Per il partito è giunto il momento di unire le forze, condividendo tutti insieme la responsabilità politica, e aprendo il dialogo anche ai rappresentanti della società civile, del mondo economico e sociale. Non si parla di governo di unità nazionale, come hanno già fatto altri. Il psrs non ne fa una questione di formule. Ma di una cosa è certo: “di fronte ad una crisi di sistema serve una risposta di sistema”.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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