Il quesito, propositivo, che chiedeva di modificare la legge elettorale ha ottenuto 8.554 sì, equivalenti al 60,58%. I no sono stati 5.566, ovvero il 39,42%. La maggiore percentuale di “sì” – 71% - si è registrata nel Castello di Faetano. Il “no” non ha prevalso in nessun Castello e il dato più alto – 45,05% - lo ha raggiunto a Chiesanuova. Il referendum confermativo sui diritti civili, che chiedeva di modificare la Carta dei Diritti, ha ottenuto quasi 10mila voti favorevoli: 9.996 per la precisione, pari al 71,46%. 3.992 i no, equivalenti al 28,54%. Anche in questo caso Faetano, con il 76,94% il Castello con più “sì”; così come Chiesanuova che – con il 32,58% - è il Castello con più “no”.
L'affluenza generale è stata del 41,98%, in calo del 5,56% rispetto all'ultima consultazione referendaria del 2016. Se riferita ai soli voti interni l'affluenza alle urne è stata del 61,69%, in calo dell'8,01%. Quella degli elettori esteri, in termini assoluti, ha raggiunto il 4,11%, confermandosi, come sempre accade nei referendum, molto bassa. Considerando l'affluenza delle ultime cinque tornate referendarie, quella di ieri è stata la terza più alta. Il record si è registrato nel 2016, con il 47,54%. A seguire il 2013 con il 43,39%. Ieri il 41,98, mentre nel 2011 l'affluenza fu del 40,43. Record negativo nel 2005, quando si attestò al 21,71%.
Ora il Congresso di Stato dovrà, entro sei mesi, redigere un progetto di legge che recepisca il referendum propositivo sulla legge elettorale. Il Collegio Garante dovrà accertarne l'effettivo recepimento dopodiché ci sarà un ultimo passaggio in Consiglio per l'approvazione definitiva e l'entrata in vigore. Per il quesito sui diritti civili, che è di tipo confermativo, la Reggenza – preso atto del risultato – dichiarerà efficace la legge sottoposta a referendum, con un proprio decreto.