In attesa del parere sull'ammissibilità da parte saggi, entro il 28 ottobre, i promotori dei quesiti referendari, tutti esponenti delle opposizioni, tornano a trattare l'argomento rispondendo alle domande degli abitanti su ognuno dei cambiamenti proposti. Quello su cui c'è stato maggiore dibattito politico è il quesito per modificare l'attuale legge elettorale.
Il meccanismo ipotizzato prevede che, in caso di mancato raggiungimento del numero di voti necessari al primo turno, i capi di Stato conferiscano a chi ha la maggioranza relativa il mandato di formare una maggioranza tramite l'accordo con un'altra lista o coalizione. In caso negativo, sarà il secondo arrivato a farlo. Altrimenti si andrà al ballottaggio. Proposto anche l'innalzamento della soglia di sbarramento al 4%. Lo scopo, spiega il legale rappresentante del quesito, Luca Beccari (Dc), è di avere un Consiglio il più possibile rappresentativo di chi è stato votato e, allo stesso tempo, di garantire stabilità. “Crediamo sia giusto che su questo si esprimano i cittadini”, sottolinea Beccari.
Emanuele Santi (Mdsi) si è occupato del quesito per il quale è referente: quello che chiede di vietare, per legge, la conversione in debito pubblico del credito d'imposta concesso al sistema bancario e finanziario. Con la conversione, afferma Santi, “il debito raggiungerebbe livelli non più sostenibili”. Il terzo quesito chiede di sancire la gestione pubblica, tramite l'Aass, delle reti e delle infrastrutture. Secondo il legale rappresentante Andrea Belluzzi (Psd) le reti devono rimanere statali perché devono essere gestite senza una logica di profitto. Il timore dei promotori è che, con un eventuale intervento del Fondo Monetario, possa essere imposta una gestione privata.
Mauro Torresi
Il meccanismo ipotizzato prevede che, in caso di mancato raggiungimento del numero di voti necessari al primo turno, i capi di Stato conferiscano a chi ha la maggioranza relativa il mandato di formare una maggioranza tramite l'accordo con un'altra lista o coalizione. In caso negativo, sarà il secondo arrivato a farlo. Altrimenti si andrà al ballottaggio. Proposto anche l'innalzamento della soglia di sbarramento al 4%. Lo scopo, spiega il legale rappresentante del quesito, Luca Beccari (Dc), è di avere un Consiglio il più possibile rappresentativo di chi è stato votato e, allo stesso tempo, di garantire stabilità. “Crediamo sia giusto che su questo si esprimano i cittadini”, sottolinea Beccari.
Emanuele Santi (Mdsi) si è occupato del quesito per il quale è referente: quello che chiede di vietare, per legge, la conversione in debito pubblico del credito d'imposta concesso al sistema bancario e finanziario. Con la conversione, afferma Santi, “il debito raggiungerebbe livelli non più sostenibili”. Il terzo quesito chiede di sancire la gestione pubblica, tramite l'Aass, delle reti e delle infrastrutture. Secondo il legale rappresentante Andrea Belluzzi (Psd) le reti devono rimanere statali perché devono essere gestite senza una logica di profitto. Il timore dei promotori è che, con un eventuale intervento del Fondo Monetario, possa essere imposta una gestione privata.
Mauro Torresi
Riproduzione riservata ©