Quella di Theresa May – che voleva negoziare la Brexit a mani libere – è stata la classica vittoria di Pirro. I Tory, infatti, hanno perso la maggioranza a Westminster, ottenendo 318 seggi, contro i 261 dei Laburisti. Vincitore morale di questa tornata è stato allora Jeremy Corbyn, che ha guadagnato consensi grazie ad un programma elettorale di stampo neokeynesiano, con la promessa di estese nazionalizzazioni nei settori strategici dell'economia. Tutto ciò sfidando l'aperta ostilità dell'establishment del suo stesso partito. A pesare, secondo alcuni analisti, anche i recenti attentati di Manchester e Londra. Ci si trova, ora, in uno scenario di “hung Parliament”, senza alcuna maggioranza. L'attuale Premier, tuttavia, respinge l'ipotesi di dimissioni, e – a quanto pare – avrebbe trovato un'intesa con i nord irlandesi del DUP. L'obiettivo è annunciare la squadra di ministri già in giornata
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