Rete risponde al comunicato di Adesso.sm in riferimento all'emendamento all'articolo 13 del Codice Deontologico degli operatori dell'informazione, poi bocciato, che avrebbe previsto, oltre alla contestazione disciplinare, la denuncia al tribunale dell'operatore dell'informazione che non avesse rifiutato pagamenti, rimborsi spese, elargizioni.
"Il nostro movimento ha presentato un emendamento per sottolineare come, nel caso un giornalista si renda protagonista di atti corruttivi (quindi, che sia il corrotto o il corruttore), non sia sufficiente il provvedimento disciplinare dell'Autorità Garante dell'Informazione (che al massimo può cancellare il giornalista dal registro) ma ci debba essere un coinvolgimento del Tribunale per una verifica delle responsabilità" si legge nella nota
"L'astio dei Consiglieri di Adesso.sm nei confronti della nostra coalizione ha raggiunto ormai livelli talmente esasperati, che non si sono neppure accorti che alla fine del dibattito, tra i voti (palesi) favorevoli all'approvazione del codice deontologico, c'erano anche i nostri" conclude il movimento.
"Lotta contro la corruzione" dice Rete e nel suo comunicato ribadisce: "Il nostro intento era quello di sottolineare come i fatti di corruzione siano una materia da trattare in Tribunale e non solo di fronte ad un'Autorità di nomina politica come è, appunto, l'Autorità Garante dell'Informazione".
VA
"Il nostro movimento ha presentato un emendamento per sottolineare come, nel caso un giornalista si renda protagonista di atti corruttivi (quindi, che sia il corrotto o il corruttore), non sia sufficiente il provvedimento disciplinare dell'Autorità Garante dell'Informazione (che al massimo può cancellare il giornalista dal registro) ma ci debba essere un coinvolgimento del Tribunale per una verifica delle responsabilità" si legge nella nota
"L'astio dei Consiglieri di Adesso.sm nei confronti della nostra coalizione ha raggiunto ormai livelli talmente esasperati, che non si sono neppure accorti che alla fine del dibattito, tra i voti (palesi) favorevoli all'approvazione del codice deontologico, c'erano anche i nostri" conclude il movimento.
"Lotta contro la corruzione" dice Rete e nel suo comunicato ribadisce: "Il nostro intento era quello di sottolineare come i fatti di corruzione siano una materia da trattare in Tribunale e non solo di fronte ad un'Autorità di nomina politica come è, appunto, l'Autorità Garante dell'Informazione".
VA
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