La coalizione Bene Comune ha veramente colonizzato tutte le istituzioni, dall’aula consiliare al carcere. Sì perché dopo Claudio Podeschi (DC) ora è stato arrestato Fiorenzo Stolfi, esponente di punta del Partito dei Socialisti e dei Democratici (e prima del Partito dei Socialisti): la coalizione PSD-DC continua ai Cappuccini. Riciclaggio e associazione per delinquere dedita al voto di scambio, alla corruzione e al clientelismo. Secondo i Commissari della legge, riporta il quotidiano L’Informazione, l’associazione a delinquere era finalizzata a nascondere la provenienza illecita di denaro derivante da reati contro la pubblica amministrazione. Fondi neri che venivano reinvestiti in attività finanziarie e immobili. Non solo, l’associazione a delinquere, attraverso il condizionamento del libero esercizio di voto, aveva lo scopo di condizionare le istituzioni.
Ed ecco che d’improvviso quelle che sono sempre state etichettate come “chiacchiere da bar” si materializzano sotto i nostri occhi. Il tre volte Segretario di Stato (all’Industria, alle Finanze, agli Affari Esteri), ex Consigliere (dal 1983!), ed ex Presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa utilizzava la pubblica amministrazione come centro di riciclaggio. Proprio lui, lo stesso Fiorenzo Stolfi che il boss Francesco Vallefuoco chiamava “ministro Fiore”, così come riportato dalla relazione della Commissione Antimafia del 2011. Relazione che raccontava le vicende Fincapital, i contatti diretti e indiretti tra il boss Vallefuoco - legato alla camorra napoletana del gruppo Stolder, al clan dei Casalesi e a esponenti di Cosa nostra- e alcuni politici sammarinesi, tra cui Gabriele Gatti (DC) con cui pare che Vallefuoco sia entrato a contatto prima delle elezioni, cercando un collegamento con la componente politica ritenuta vincente in prossimità del voto. Una relazione che denunciava i collegamenti tra mafia, politica, professionisti, e settore bancario e finanziario. Una Relazione che ogni tanto occorre ricordare. In questa cornice risultano stridenti, fuori luogo e persino un po’ patetiche le dichiarazioni dei partiti di maggioranza dopo l’arresto. Marina Lazzarini, segretario PSD commenta candidamente “Stolfi non era in Consiglio Grande e Generale, non aveva incarichi di Governo, non si era candidato alla scorse elezioni. Non vedo come il suo arresto possa determinare situazioni critiche nella maggioranza”.
Mario Venturini, AP “Maggioranza e governo non sono direttamente coinvolti, mi aspetto che certi partiti, indipendentemente dalle indagini giudiziarie, prendano le distanze da un passato recente, in cui anche loro sono stati protagonisti della gestione del Paese”.
Maria Luisa Berti, Noi Sammarinesi “”Mette in luce un sistema di fare politica che non rappresentava una certa etica””
Luigi Mazza, DC sottolinea immediatamente la tenuta della maggioranza e che “La questione non sta nei singoli comportamenti ma nel contrasto del sistema”.
La prima cosa che salta all’occhio è che tutti parlano al passato, come se la questione fosse conclusa, come fosse un problema finito e la faccenda riguardasse “altri”. Sono “altri” partiti che devono fare pulizia, sono “altri” a dover prendere le distanze, sono “altri” i protagonisti della gestione disastrosa del paese. Certo che il giochino di individuare il problema in qualcosa di esterno, lontano da se stessi e di parcellizzare le responsabilità fino a vederle dissolvere, ha fatto il suo tempo. E’ quindi fondamentale che si facciano i nomi, che si identifichino i responsabili perché è la somma delle singole responsabilità a formare il sistema. Il sistema malato in questo caso. La realtà è che la magistratura sta portando avanti quel lavoro di pulizia che tutti invocano - Consiglieri, Segretari, organi di direzione dei partiti – ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di fare. Non c'è codice etico che tenga: se i partiti non sono stati in grado di fare pulizia al loro interno (o non hanno voluto farla), appare evidente che da quello "sporco" qualcuno traeva giovamento e linfa.
Stolfi e Podeschi maneggiavano rispettivamente 1364 e 1208 voti negli anni d’oro. Viene naturale chiedersi chi avrà beneficiato dei loro pacchetti di voti durante le ultime elezioni, visto che loro due non si sono presentati? Se le accuse venissero confermate significherebbe che, nonostante i due arresti "eccellenti", sia PSD che DC avrebbero ancora nei luoghi chiave delle istituzioni rappresentanti che hanno sfruttato il sistema di riciclaggio e corruzione di Stolfi e Podeschi per ottenere un beneficio personale, e probabilmente per dare continuità agli interessi dei due personaggi una volta allontanati fisicamente dal Consiglio Grande e Generale.
E allora come si fa a dire che l’arresto non determina situazioni critiche in maggioranza? Come si fa a dire che maggioranza e governo non sono direttamente coinvolti?
Ecco che si spiega l'incapacità dei partiti di fare "pulizia" dall'interno: sarebbe come chiedere a una mela marcia di buttare via tutte le mele marce. Siamo certi che agli arresti di Podeschi e Stolfi ne seguiranno altri, perché la piovra ha i suoi tentacoli un po’ ovunque e ogni singolo partito ha contribuito al sostentamento e rafforzamento del sistema corrotto, e chi non sarà colpito direttamente sarà comunque connivente perché prestava il fianco a queste persone, e permesso loro di ricoprire incarichi e ruoli rappresentativi di altissimo livello. L’unica opzione possibile sono le dimissioni dell’intero governo e elezioni subito, perché sia il paese a scegliere una volta per tutte cosa vuole fare!
Infine, il nostro ringraziamento va alla magistratura che va avanti come un carro armato, che non si ferma davanti ai "volti noti" dei partitoni, restituendo ossigeno e speranza a tutti quelli che ormai avevano gettato la spugna, a tutti quelli -noi compresi- che hanno sempre desiderato una giustizia lontana da ingerenze politiche e appetiti eccellenti.
Comunicato stampa Movimento R.E.T.E.
Ed ecco che d’improvviso quelle che sono sempre state etichettate come “chiacchiere da bar” si materializzano sotto i nostri occhi. Il tre volte Segretario di Stato (all’Industria, alle Finanze, agli Affari Esteri), ex Consigliere (dal 1983!), ed ex Presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa utilizzava la pubblica amministrazione come centro di riciclaggio. Proprio lui, lo stesso Fiorenzo Stolfi che il boss Francesco Vallefuoco chiamava “ministro Fiore”, così come riportato dalla relazione della Commissione Antimafia del 2011. Relazione che raccontava le vicende Fincapital, i contatti diretti e indiretti tra il boss Vallefuoco - legato alla camorra napoletana del gruppo Stolder, al clan dei Casalesi e a esponenti di Cosa nostra- e alcuni politici sammarinesi, tra cui Gabriele Gatti (DC) con cui pare che Vallefuoco sia entrato a contatto prima delle elezioni, cercando un collegamento con la componente politica ritenuta vincente in prossimità del voto. Una relazione che denunciava i collegamenti tra mafia, politica, professionisti, e settore bancario e finanziario. Una Relazione che ogni tanto occorre ricordare. In questa cornice risultano stridenti, fuori luogo e persino un po’ patetiche le dichiarazioni dei partiti di maggioranza dopo l’arresto. Marina Lazzarini, segretario PSD commenta candidamente “Stolfi non era in Consiglio Grande e Generale, non aveva incarichi di Governo, non si era candidato alla scorse elezioni. Non vedo come il suo arresto possa determinare situazioni critiche nella maggioranza”.
Mario Venturini, AP “Maggioranza e governo non sono direttamente coinvolti, mi aspetto che certi partiti, indipendentemente dalle indagini giudiziarie, prendano le distanze da un passato recente, in cui anche loro sono stati protagonisti della gestione del Paese”.
Maria Luisa Berti, Noi Sammarinesi “”Mette in luce un sistema di fare politica che non rappresentava una certa etica””
Luigi Mazza, DC sottolinea immediatamente la tenuta della maggioranza e che “La questione non sta nei singoli comportamenti ma nel contrasto del sistema”.
La prima cosa che salta all’occhio è che tutti parlano al passato, come se la questione fosse conclusa, come fosse un problema finito e la faccenda riguardasse “altri”. Sono “altri” partiti che devono fare pulizia, sono “altri” a dover prendere le distanze, sono “altri” i protagonisti della gestione disastrosa del paese. Certo che il giochino di individuare il problema in qualcosa di esterno, lontano da se stessi e di parcellizzare le responsabilità fino a vederle dissolvere, ha fatto il suo tempo. E’ quindi fondamentale che si facciano i nomi, che si identifichino i responsabili perché è la somma delle singole responsabilità a formare il sistema. Il sistema malato in questo caso. La realtà è che la magistratura sta portando avanti quel lavoro di pulizia che tutti invocano - Consiglieri, Segretari, organi di direzione dei partiti – ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di fare. Non c'è codice etico che tenga: se i partiti non sono stati in grado di fare pulizia al loro interno (o non hanno voluto farla), appare evidente che da quello "sporco" qualcuno traeva giovamento e linfa.
Stolfi e Podeschi maneggiavano rispettivamente 1364 e 1208 voti negli anni d’oro. Viene naturale chiedersi chi avrà beneficiato dei loro pacchetti di voti durante le ultime elezioni, visto che loro due non si sono presentati? Se le accuse venissero confermate significherebbe che, nonostante i due arresti "eccellenti", sia PSD che DC avrebbero ancora nei luoghi chiave delle istituzioni rappresentanti che hanno sfruttato il sistema di riciclaggio e corruzione di Stolfi e Podeschi per ottenere un beneficio personale, e probabilmente per dare continuità agli interessi dei due personaggi una volta allontanati fisicamente dal Consiglio Grande e Generale.
E allora come si fa a dire che l’arresto non determina situazioni critiche in maggioranza? Come si fa a dire che maggioranza e governo non sono direttamente coinvolti?
Ecco che si spiega l'incapacità dei partiti di fare "pulizia" dall'interno: sarebbe come chiedere a una mela marcia di buttare via tutte le mele marce. Siamo certi che agli arresti di Podeschi e Stolfi ne seguiranno altri, perché la piovra ha i suoi tentacoli un po’ ovunque e ogni singolo partito ha contribuito al sostentamento e rafforzamento del sistema corrotto, e chi non sarà colpito direttamente sarà comunque connivente perché prestava il fianco a queste persone, e permesso loro di ricoprire incarichi e ruoli rappresentativi di altissimo livello. L’unica opzione possibile sono le dimissioni dell’intero governo e elezioni subito, perché sia il paese a scegliere una volta per tutte cosa vuole fare!
Infine, il nostro ringraziamento va alla magistratura che va avanti come un carro armato, che non si ferma davanti ai "volti noti" dei partitoni, restituendo ossigeno e speranza a tutti quelli che ormai avevano gettato la spugna, a tutti quelli -noi compresi- che hanno sempre desiderato una giustizia lontana da ingerenze politiche e appetiti eccellenti.
Comunicato stampa Movimento R.E.T.E.
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