“Dieci piccoli elettori se ne andarono a votar, uno vota il suo padrone, solo nove ne restar. Nove poveri elettori fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato, otto soli ne restar. Otto poveri elettori se ne vanno a passeggiar: uno, ahimè, è rimasto in hotel, solo sette ne restar...”
Ci scuserà Agatha Christie se abbiamo preso in prestito (e ri-adattato) la filastrocca che compare nel suo famoso libro giallo “Dieci piccoli indiani” che narra la storia di otto persone estranee l’una all’altra invitate, da una lettere anonima, a soggiornare in una splendida villa.
Chi per curiosità, chi per bisogno, chi per opportunità, tutti accettano l’invito. Non conoscono il padrone di casa, un certo sig. Owen, e questi non si presenta per tutto il racconto, ma la sua voce registrata su un grammofono accusa ognuno di loro di aver commesso, in passato, un assassinio, riportandone sommariamente i dettagli. Da quel momento la vacanza si trasforma in un eccidio: come nella filastrocca (quella originale, non la nostra!), uno dopo l’altro gli ospiti vengono uccisi. La tensione è via via crescente: ciascuno dei superstiti potrebbe essere l'assassino o peggio la prossima vittima, i sospetti ricadono su tutti, non ci sono mai abbastanza indizi.
Con le dovute differenze naturalmente, sono tanti i sammarinesi residenti all’estero che hanno ricevuto un invito, non proprio anonimo, ad un soggiorno in Repubblica in occasione delle prossime elezioni, da un “padrone” di cui spesso conoscono solo il nome. Ci è stato comunicato di elettori già prenotati in hotel di Rimini, di incontri già avvenuti in hotel del centro storico di San Marino, di cittadini francesi che si sono addirittura lamentati di dover affrontare il viaggio in bus anziché in aereo “come le altre volte” e a qualche elettore estero è stato espressamente vietato di soggiornare presso la propria abitazione in Repubblica e “invitato” a rimanere in hotel. Ma nel nostro “romanzo giallo”, al contrario di quello di Agatha Christie, i sospetti sono ben circostanziati e non occorre arrivare ad uccidere i protagonisti rei di aver venduto il loro voto.
Senza voler entrare nel merito degli elettori consapevoli (siamo certi che anche all’estero ce ne sono!), siamo però giunti a un livello intollerabile di mercificazione del voto e il silenzio delle Istituzioni è assordante.
Per capire perché i politici nostrani facciano a gara a “chi offre di più” basta guardare come il voto degli elettori esteri abbia inciso sulle elezioni 2008: il corpo elettorale iscritto alle liste elettorali ammontava a 31.845 persone. Di queste, 21.806 andarono a votare e ben 2.482 erano votanti esteri. Quindi più dell’11% dei votanti delle elezioni del 2008 era costituito da sammarinesi residenti all’estero.
Favorire la possibilità per gli elettori esteri di votare dal proprio domicilio elettronicamente, avendo facoltà di eleggere un numero congruo ma limitato di consiglieri, sembra oramai una scelta obbligata di fronte all’utilizzo distorto dello strumento elettorale.
Come abbiamo più volte segnalato, il fenomeno del voto di scambio è preoccupante anche sul fronte interno, e invitiamo chiunque sia a conoscenza di queste pratiche a raccogliere le prove e a denunciare. RETE lo ha già fatto e continuerà a farlo anche dopo le elezioni, senza darne risalto pubblico.
Non è un caso se proprio ieri abbiamo chiesto nuovamente (via email) l’intervento dell’OSCE affinché vigili anche sulla prossima tornata elettorale.
“Dieci piccoli elettori, se ne andarono a votar; ma se vendi la tua scelta, dopo non ti lamentar”.
Comunicato stampa Movimento RETE - Rinnovamento, Equità, Trasparenza, Ecosostenibilità (www.movimentorete.org)
Ci scuserà Agatha Christie se abbiamo preso in prestito (e ri-adattato) la filastrocca che compare nel suo famoso libro giallo “Dieci piccoli indiani” che narra la storia di otto persone estranee l’una all’altra invitate, da una lettere anonima, a soggiornare in una splendida villa.
Chi per curiosità, chi per bisogno, chi per opportunità, tutti accettano l’invito. Non conoscono il padrone di casa, un certo sig. Owen, e questi non si presenta per tutto il racconto, ma la sua voce registrata su un grammofono accusa ognuno di loro di aver commesso, in passato, un assassinio, riportandone sommariamente i dettagli. Da quel momento la vacanza si trasforma in un eccidio: come nella filastrocca (quella originale, non la nostra!), uno dopo l’altro gli ospiti vengono uccisi. La tensione è via via crescente: ciascuno dei superstiti potrebbe essere l'assassino o peggio la prossima vittima, i sospetti ricadono su tutti, non ci sono mai abbastanza indizi.
Con le dovute differenze naturalmente, sono tanti i sammarinesi residenti all’estero che hanno ricevuto un invito, non proprio anonimo, ad un soggiorno in Repubblica in occasione delle prossime elezioni, da un “padrone” di cui spesso conoscono solo il nome. Ci è stato comunicato di elettori già prenotati in hotel di Rimini, di incontri già avvenuti in hotel del centro storico di San Marino, di cittadini francesi che si sono addirittura lamentati di dover affrontare il viaggio in bus anziché in aereo “come le altre volte” e a qualche elettore estero è stato espressamente vietato di soggiornare presso la propria abitazione in Repubblica e “invitato” a rimanere in hotel. Ma nel nostro “romanzo giallo”, al contrario di quello di Agatha Christie, i sospetti sono ben circostanziati e non occorre arrivare ad uccidere i protagonisti rei di aver venduto il loro voto.
Senza voler entrare nel merito degli elettori consapevoli (siamo certi che anche all’estero ce ne sono!), siamo però giunti a un livello intollerabile di mercificazione del voto e il silenzio delle Istituzioni è assordante.
Per capire perché i politici nostrani facciano a gara a “chi offre di più” basta guardare come il voto degli elettori esteri abbia inciso sulle elezioni 2008: il corpo elettorale iscritto alle liste elettorali ammontava a 31.845 persone. Di queste, 21.806 andarono a votare e ben 2.482 erano votanti esteri. Quindi più dell’11% dei votanti delle elezioni del 2008 era costituito da sammarinesi residenti all’estero.
Favorire la possibilità per gli elettori esteri di votare dal proprio domicilio elettronicamente, avendo facoltà di eleggere un numero congruo ma limitato di consiglieri, sembra oramai una scelta obbligata di fronte all’utilizzo distorto dello strumento elettorale.
Come abbiamo più volte segnalato, il fenomeno del voto di scambio è preoccupante anche sul fronte interno, e invitiamo chiunque sia a conoscenza di queste pratiche a raccogliere le prove e a denunciare. RETE lo ha già fatto e continuerà a farlo anche dopo le elezioni, senza darne risalto pubblico.
Non è un caso se proprio ieri abbiamo chiesto nuovamente (via email) l’intervento dell’OSCE affinché vigili anche sulla prossima tornata elettorale.
“Dieci piccoli elettori, se ne andarono a votar; ma se vendi la tua scelta, dopo non ti lamentar”.
Comunicato stampa Movimento RETE - Rinnovamento, Equità, Trasparenza, Ecosostenibilità (www.movimentorete.org)
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