Rete e indipendenti, con loro alcuni protagonisti della campagna referendaria per lanciare un duro "j'accuse" alla maggioranza. "Il Consiglio - spiega Rete - ha volutamente evitato una analisi approfondita dell'esito referendario per continuare l'attacco agli unici che avevano preso una posizione diversa sui 4 quesiti". Oramai per il movimento e gli Indipendenti a fare opposizione in aula sono rimati in 6, loro appunto, mentre il resto della minoranza è impegnato in tentativi di "inciucio" coi singoli esponenti della maggioranza alla ricerca di nuove coalizioni. "Con il rischio - aggiunge Roberto Ciavatta - della mancata vigilanza da parte dell'opposizione sull'operato del governo". Con il risultato che in Aula consiliare si nega la possibilità di fare valutazioni approfondite sulle priorità per il paese, come la situazione finanziaria, i crediti inesigibili che continuano a pesare. La valutazione di ordine politico del movimento è rivolta ad una coalizione di Governo che porta in aula solo provvedimenti a scopo elettorale quando in Consiglio sarebbe tenuta a portare contenuti. "Soprattutto - per Rete - si nega l'esistenza di una parte della cittadinanza che nutre sfiducia verso la politica". Per poi lanciare un allarme: in questa situazione senza controllo temiamo il ritorno di quei poteri forti che erano stati messi in disparte. Sentiamo Roberto Ciavatta che motiva l'assenza in aula di venerdì scorso
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