Pure la legge sull'editoria sta creando alcuni grattacapi. In generale, pare che questo governo preferisca aspettare che le leggi passino in prima lettura in Consiglio, per attuare un confronto tra le parti interessate (quando il confronto c’è). È successo anche nel caso della legge sull'editoria, già inserita nell'ordine del giorno dei temi da trattare in questo Consiglio, ma sulla quale l'USGI (Unione Sammarinese Giornalisti e Fotoreporter) ha già espresso alcune perplessità ed in primis ha sottolineato la necessità di un confronto e di un coinvolgimento preventivi.
Esistono diverse professionalità esistenti, con ampie competenze che sarebbe un grave errore non tenere in considerazione, alcune delle quali si sono distinte per correttezza, capacità e in alcuni casi persino coraggio.
Il Movimento RETE ha incontrato volentieri l'Unione sammarinese giornalisti e fotoreporter, con la quale ha affrontato diverse tematiche e criticità che emergono dalla legge: dal diritto di cronaca, l'accesso alle fonti, fino alla necessità e l'opportunità di tenere in considerazione le competenze esistenti. L'USGI non nega la necessità di affrontare il tema e, anzi, nel proprio documento (consegnato anche alla Segreteria per l'Informazione) condivide appieno l'importanza di riconoscere la professionalità ed il ruolo di “giornalista” a San Marino.
D'altronde anche il mondo dell'informazione in Repubblica non ha brillato per il rispetto delle regole e l'efficacia dei controlli (pensiamo solo all'esistenza del lavoro nero), tuttavia non vorremmo che, ancora una volta, l'ammissione dell'incapacità a effettuare controlli si traducesse in un vestitino su misura per minimizzare e non riconoscere le vere competenze di questo paese.
La discrezionalità ad esempio non aiuta: anche RETE non può che condividere la preoccupazione riguardante l'ingerenza della politica sull'attività giornalistica.
Il diritto di cronaca, pur dovendo rispondere alle regole di un codice deontologico, non dovrebbe essere sottoposto alla discrezionalità di un'Autorità Garante per l'Informazione formata in larga parte da nomine di tipo politico. In questo modo sarebbe la politica a sentenziare riguardo all'approvazione dello stesso codice deontologico, nonché riguardo all'applicazione delle sanzioni e riguardo alle verifiche sui requisiti per poter accedere all'esame abilitativo.
A San Marino capita spesso che si tenti di ammutolire voci riguardo a situazioni ritenute “scomode”, con pressioni anche da parte della politica. Se il progetto di legge non sarà modificato, sarebbe invece proprio la politica a giudicare l'informazione!
Inoltre questa legge ci pare un modo “vecchio” di trattare un tema in continua evoluzione, che si arricchisce continuamente di nuovi canali e metodi di comunicazione innovativi. Per questo non è possibile imbrigliare l'informazione legandola ai suoi supporti (come succede nell'allegato A del progetto di legge) oppure limitando e precludendo l'accesso al mondo dell'informazione ai tanti giovani che si formano nella comunicazione.
Nel ribadire l'importanza di confrontarsi sempre anche coi professionisti del settore prima che i testi di legge giungano all'aula in prima lettura, siamo tuttavia certi che durante il percorso verranno create apposite sedi per cogliere nelle competenze esistenti un'opportunità di vero confronto, e fornire anche il nostro paese di uno strumento dotato di una propria deontologia e, al tempo stesso, libero da qualsivoglia tipo di pressione.
Comunicato stampa Movimento R.E.T.E. - Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità
Esistono diverse professionalità esistenti, con ampie competenze che sarebbe un grave errore non tenere in considerazione, alcune delle quali si sono distinte per correttezza, capacità e in alcuni casi persino coraggio.
Il Movimento RETE ha incontrato volentieri l'Unione sammarinese giornalisti e fotoreporter, con la quale ha affrontato diverse tematiche e criticità che emergono dalla legge: dal diritto di cronaca, l'accesso alle fonti, fino alla necessità e l'opportunità di tenere in considerazione le competenze esistenti. L'USGI non nega la necessità di affrontare il tema e, anzi, nel proprio documento (consegnato anche alla Segreteria per l'Informazione) condivide appieno l'importanza di riconoscere la professionalità ed il ruolo di “giornalista” a San Marino.
D'altronde anche il mondo dell'informazione in Repubblica non ha brillato per il rispetto delle regole e l'efficacia dei controlli (pensiamo solo all'esistenza del lavoro nero), tuttavia non vorremmo che, ancora una volta, l'ammissione dell'incapacità a effettuare controlli si traducesse in un vestitino su misura per minimizzare e non riconoscere le vere competenze di questo paese.
La discrezionalità ad esempio non aiuta: anche RETE non può che condividere la preoccupazione riguardante l'ingerenza della politica sull'attività giornalistica.
Il diritto di cronaca, pur dovendo rispondere alle regole di un codice deontologico, non dovrebbe essere sottoposto alla discrezionalità di un'Autorità Garante per l'Informazione formata in larga parte da nomine di tipo politico. In questo modo sarebbe la politica a sentenziare riguardo all'approvazione dello stesso codice deontologico, nonché riguardo all'applicazione delle sanzioni e riguardo alle verifiche sui requisiti per poter accedere all'esame abilitativo.
A San Marino capita spesso che si tenti di ammutolire voci riguardo a situazioni ritenute “scomode”, con pressioni anche da parte della politica. Se il progetto di legge non sarà modificato, sarebbe invece proprio la politica a giudicare l'informazione!
Inoltre questa legge ci pare un modo “vecchio” di trattare un tema in continua evoluzione, che si arricchisce continuamente di nuovi canali e metodi di comunicazione innovativi. Per questo non è possibile imbrigliare l'informazione legandola ai suoi supporti (come succede nell'allegato A del progetto di legge) oppure limitando e precludendo l'accesso al mondo dell'informazione ai tanti giovani che si formano nella comunicazione.
Nel ribadire l'importanza di confrontarsi sempre anche coi professionisti del settore prima che i testi di legge giungano all'aula in prima lettura, siamo tuttavia certi che durante il percorso verranno create apposite sedi per cogliere nelle competenze esistenti un'opportunità di vero confronto, e fornire anche il nostro paese di uno strumento dotato di una propria deontologia e, al tempo stesso, libero da qualsivoglia tipo di pressione.
Comunicato stampa Movimento R.E.T.E. - Rinnovamento Equità Trasparenza Ecosostenibilità
Riproduzione riservata ©